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Alberi monumentali della Toscana, provincia di Grosseto

by 8 Gennaio 2009
sughera di Roselle

sughera di Roselle

 

Nel comune di Roccastrada, frazione di Sassofortino, prima di uscire dal paese in direzione ovest, sulla sinistra si vede un enorme CASTAGNO col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri ma non molto alto, dato che la parte vigorosa è quella dei vari tronchi giovani nati intorno a lui, dalle radici, come polloni. E’ comunque molto bello, nel prato recintato lungo la strada. Salendo verso la zona boschiva si trovano subito molti castagni secolari di grandi dimensioni.

Nella successiva frazione di Roccatederighi, in cima al paese antico su rocce suggestive, si trova un TIGLIO selvatico di 106 anni, ma che ne dimostra meno della metà, probabilmente a causa delle difficili condizioni in cui è cresciuto. Merita di essere visto per il suo significato: è stato messo a dimora su richiesta di un uomo invalido che abitava nella casa di fronte a lui, che non potendo andare nel bosco aveva voluto almeno qualche albero che glie lo ricordasse. Salendo per la stradina che porta allo stadio, si trova un bosco di CASTAGNI secolari.

Appena arrivati a Magliano, sulla destra si vede una chiesetta romanica con le indicazioni per visitare un OLIVO antichissimo, pare di 3000 anni, all’interno del podere parrocchiale, sempre aperto. La parte vitale non ne ha più di 200 ma quella antica, anche se morta è molto suggestiva e sembra formare il corpo di un quadrupede. Peccato che la recinzione per proteggere l’albero sia così brutta. L’olivo è detto “della strega” per le solite superstizioni a proposito dei sabba intorno a lui.

Da Manciano, prendere la direzione per Viterbo e continuare per circa 5 chilometri fino a che, prima che inizi una discesa, si prende sulla destra una strada sterrata e si continua per circa 1,4 chilometri. Sulla sinistra percorrere il breve tratto che porta alla fattoria Zambernardi dove si vede subito una bellissima QUERCIA ROVERE col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri ed un’altezza di almeno 20. L’età è valutabile tra i 200 ed i 300 anni.

Nel comune di Montieri, a Travale, si trova un CORNIOLO di circa 300 anni d’età. Al bivio lungo la strada che dalle Galleraie va a Travale si vede l’indicazione per l’albero a sinistra. Si scende e poi si risale, prima del luogo dove c’è un soffione boracifero incanalato. Dato che il corniolo è un arbusto, le dimensioni sono ridotte e sembrano quelle di un comune albero. Pur trovandosi su una proprietà privata, è accessibile e si trova vicino alla casa, sostenuto da un pergolato e da tiranti. Fiorisce a febbraio, con fiorellini gialli visibili da lontano, quando ancora non ci sono foglie.

 Tra il chilometro 24 e 25 della strada provinciale che da Grosseto va a Roccalbegna, sulla destra in un prato accanto ad un rustico più in alto rispetto alla carreggiata, si vede l’amplissima chioma di una magnifica QUERCIA ROVERELLA di almeno 200 anni, col tronco dalla circonferenza di circa 5 metri.

 Oltrepassata la bella Roccalbegna, salire fino a che, sulla sinistra, facendo molta attenzione si vede il cartello che indica la riserva naturale del Pescinello. Si sale per la strada sterrata fino al punto dove si può parcheggiare. Telefonando al 333 1350610 di giorno e lo 0564 989176 la sera, si può essere accompagnati alla visita agli alberi monumentali della zona, in un ambiente selvaggio e bellissimo: QUERCE, TIGLI, CARPINI, CORNIOLI, ACERI hanno qui forme inconsuete in luoghi molto suggestivi.

 Dallo spiazzo che si trova davanti all’ingresso della zona archeologica di Roselle, si vede all’interno una magnifica SUGHERA con la corteccia intatta ed un tronco dalla circonferenza di circa 4 metri.

A Castiglione della Pescaia in via delle fonti, un magnifico LECCIO dalla gran chioma e dal fusto con circonferenza di 3.70 m sembra il signore del posto, di guardia al borgo medievale molto bello.

alberi monumentali della Toscana, provincia di Livorno

by 7 Gennaio 2009
pino livornese

pino della via aurelia

 

Appena si svolta dalla via Aurelia verso Bolgheri, inizia il viale di CIPRESSI più celebre d’Italia, di 4,5 km. Citato da Carducci, è ancora molto suggestivo, nonostante gli alberi, di cui qualcuno ancora antico di 170 anni, non siano molto grossi. I cipressi, che crescono sui terreni più aridi, sono stati usati in passato come frangivento per proteggere i campi. Grazie alle profonde radici che li ancorano bene al terreno e alla forma affusolata, quando sono piantati vicini come in questo viale, rallentano efficacemente il vento.

Dall’uscita della superstrada al viale di cipressi, si vedono molti bei PINI DOMESTICI, dalla caratteristica forma ad ombrello che prendono con l’età, dopo averla avuta a globo. Un chilometro più a sud dell’imbocco del viale di cipressi, intorno allo spiazzo di sosta di un ristorante ce ne sono di molto massicci, più che centenari, col tronco dalla circonferenza di 4 metri e l’altezza di 20. I pini domestici sono stati diffusi dall’uomo per i semi contenuti nelle sue pigne: i pinoli che servono per dolci e salse.

Vicino al cancello d’ingresso al Museo di Storia Naturale di Livorno, un bellissimo PINO DOMESTICO tiene aperto il suo ombrello sopra i due vialetti. Oltre l’edificio principale, la settecentesca villa Henderson, due PLATANI ragguardevoli e probabilmente coetanei (250 anni) del pino e della villa, danno una gradevole ombra.

 

Alberi monumentali della toscana, provincia di Lucca

by 6 Gennaio 2009

 

PER VISITE BOTANICHE in italiano, francesce, spagnolo, inglese e tedesco AI GIARDINI DELLE VILLE DI MARLIA E SEGROMIGNO, NEL COMUNE DI CAPANNORI, CONTATTATEMI AL 329 3787557

A Capannori in località Marlia e Segromigno ci sono le splendide ville rinascimentali e barocche dai grandi parchi all’inglese, ma con parti all’italiana e alberi monumentali di notevole bellezza e dimensioni. CAMELIE, LIRIODENDRI, PLATANI, QUERCE, MAGNOLIE e SEQUOIE, ma anche LECCI e TIGLI, GINKGO, FAGGI e TASSI, disposti in scenari di grande suggestione. I parchi delle ville Torrigiani, Grabau e Reale sono i più ampi, per i quali vale la pena calcolare almeno un’ora di visita ciascuno. Anche le altre ville offrono però una vista molto piacevole e istruttiva.

Da Montecarlo alta, continuare in piano per 2,5 km ed imboccare la stradina sulla destra in curva, nella frazione di San Martino in Colle. Da lì continuare in discesa per la stradina principale, che diventa sterrata ma ben praticabile in auto, per circa 500 metri. Si arriverà ad un incrocio dove una magnifica QUERCIA FARNIA di almeno 500 anni estende enormi rami laterali, in buona parte rivestiti di muschio. Il tronco ha una circonferenza di 4 metri e l’altezza è di 20. E’ chiamata Quercia delle streghe. Il suo tronco basso ed i rami tanto lunghi dimostrano che è cresciuta senza concorrenti nelle vicinanze. Alberi molto vicini gli uni agli altri diventano altissimi, nella ricerca della luce.

In Garfagnana, a Seravezza, si può prendere la strada verso Castelnuovo Garfagnana, che sale attraverso un paesaggio fra i più belli, verso cave di marmo che sembrano un castello scolpito nella montagna poi oltre fra rocce, vegetazione e punti d’acqua incantevoli, qualche antico mulino di fiaba e qualche fabbrica da incubo.

A Bagni di Lucca, di fronte alla biblioteca comunale, nel giardino di una villa c’è un altissimo TIGLIO SELVATICO, di almeno 25 metri, dal tronco rivestito di muschio. Il tiglio ha il tronco ed i rami color marrone scuro, scanalato. Si riconosce al profumo a Maggio, quando i suoi fiori color giallo chiaro attirano le api. Presto diventano frutti: piccole sferette appese ad un’ala che, più tardi li farà vorticare volando in cerca di un terreno dove attecchire.

Nell’Orto Botanico di Lucca c’è un CEDRO DEL LIBANO di 190 anni, con la circonferenza del tronco di circa 5 metri. E’ basso ma molto bello. Si nota bene la mancanza della punta, caratteristica di questi alberi dopo i 100 anni, quando la appiattiscono. Valgono il colpo d’occhio 3 GINKGO BILOBA maschi che si trovano nel recinto delle serre. Sono molto grossi pur avendo solo 60 anni, perché la pianta originaria del 1880, nel 1950 era stata incenerita da un fulmine. Dalle radici sono nati i bellissimi alberi che hanno usufruito del vigore ed estensione di questa base.

In un angolo ci sono anche quattro piante di ALLORO, di cui 2 maschi e due femmine, vicinissime e molto alte. E’ eccezionale trovare questo albero con tali dimensioni e probabile età avanzata, perché di solito è un arbusto.

Fra le mura di Lucca e la stazione ferroviaria ci sono due bellissimi TIGLI dalla chioma a candelabro, sui lati della stradina che porta alle mura.

Da Barga, salire per 11 chilometri verso la frazione di Renaio a 1000 m. slm. Qui si trovano grossi CASTAGNI di oltre 600 anni, tanto vicino alle case quando lungo il ripido pendio. Solo sul crinale ci sono dei faggi, che generalmente crescono proprio dai mille metri di altitudine in su. I castagni sono molto diffusi in questa zona. Sul versante opposto ci sono quelli tagliati a ceduo, per l’estrazione del tannino da parte di una fabbrica a fondovalle.

A Varliano, sull’ampio prato della chiesa, ci sono vari CASTAGNI monumentali, intorno ai quali si celebra ogni anno la festa del Maggio.

alberi monumentali della Toscana, provincia di Massacarrara

by 5 Gennaio 2009
cedri di Pontremoli

cedri di Pontremoli

 

In Lunigiana, ci sono bellissimi CASTAGNETI, con esemplari ultracentenari. A Vinca, un paesino in un paesaggio meraviglioso, oltrepassato l’abitato, trovato uno slargo con la statua della Madonna, si può lasciare l’automezzo e salire a piedi in un bosco di CASTAGNI molto grossi e belli. Si trova Vinca percorrendo la strada che congiunge Aulla a Castelnuovo Garfagnana, non lontano da Fivizzano e da Equi Terme.

Un castagneto di pianura, e dunque insolito, dato che questo tipo di albero cresce abitualmente verso i 400-600 metri di altezza, si trova a Filetto, vicino a Villafranca, sulla strada che va da Aulla a Pontremoli.

A Cervara, raggiungibile da Pontremoli, in un bosco si trova uno degli esemplari più antichi e più grossi d’Italia. E’ possibile visitarlo solo con la bella stagione. Chiedere al bar di Cervara.

A Pontremoli, fuori dall’abitato si può fare una passeggiata fino alla villa Dosi (proprietà privata). Si potranno vedere, oltre il cancello. Due imponenti e monumentali CEDRI DEL LIBANO.

Sempre a Pontremoli, nel giardinetto pubblico vicino alla torre ed al ponte pedonale più a Sud, si trova un enorme SALICE BIANCO, tanto grande da sembrare un pioppo, del quale è parente. Il tronco ha una circonferenza di circa 5 metri.

 

Alberi monumentali della Toscana, provincia di Pistoia

by 3 Gennaio 2009

 

bagolaro di Pistoia

bagolaro di Pistoia

 

Nel centro storico di Pistoia, vicino all’ingresso del Bastione Mediceo c’è un BAGOLARO centenario dalla forma a soffione perfetta. All’interno del bastione, nel cortile, c’è un CILIEGIO probabilmente della stessa età.

Verso l’Abetone, deviando in direzione di Piteglio, che occorre oltrepassare, salendo per alcuni chilometri, fino alla Macchia Antonini dove c’è, proprio prima di una chiesetta, un bell’esemplare antico di ABETE BIANCO, vicino ad altri di età e dimensioni poco inferiori. L’abete bianco ha questo aggettivo perché sulla pagina inferiore degli aghi ha venature chiare. Guardandolo di sotto in su, dunque, ha un aspetto un poco argentato. Inoltre si riconosce per i rametti rigidi, con gli agli disposti a pettine e le pigne verticali. Al contrario l’abete rosso, che gli assomiglia, ha il legno dei rametti rossicci, gli aghi più sciolti, i rametti in parte penduli, come larghe maniche di un abito. Anche le pigne sono pendule.

Altri begli alberi sono gli ACERI MONTANI dalla corteccia grigia che, staccandosi, mostra un bel legno rosato dai disegni in rilievo. Dall’Abetone scendendo verso Pistoia, lungo la strada ce ne sono di molto grandi. Poco dopo la casa cantoniera, su una curva a esse, verso valle, c’è un ABETE BIANCO di 260 anni. La corteccia e le pigne, ma non il legno di questo tipo di abete, sono resinosi. Dalle foglie si ricava un olio essenziale curativo delle vie respiratorie. Le  conifere, che hanno come frutti dei coni legnosi, sono gimnosperme (gymnos, in greco significa nudo e sperma, seme). I coni (pigne), infatti, contengono i semi non protetti dall’ovario, sotto le squame. Il polline delle infiorescenze maschili viene così trasportato dal vento e fatto cadere sulle quelle femminili dentro cui si insinua. Gli alberi più evoluti, angiosperme (da angeion, involucro), hanno fiori con corolle, colori e profumi per attirare gli insetti che vi entrano e vi portano il polline raccolto in un altro fiore, facendolo arrivare agli ovuli, protetti dall’ovario. Le pigne dell’abete bianco non cadono a terra ma lasciano cadere le scaglie e volar via i semi, mantenendo sui rami solo il perno centrale, che sembra una candelina.

A Cutigliano, vicino alla chiesa c’è un grande ACERO DI MONTE della possibile età di 200 anni. Il tronco ha una circonferenza di 5 metri e l’altezza è di circa 30. E’ però molto provato.

 

 

alberi monumentali della Toscana, provincia di Prato

by 2 Gennaio 2009
calocedro di poggio a caiano

calocedro di Poggio a Caiano

 

Davanti alla villa di Poggio a Caiano ci sono due CEDRI DEL LIBANO di cui uno molto bello e che dimostra la propria età superiore ai cent’anni, con la punta appiattita. Sulla sinistra un CEDRO DEODARA è ancora più ampio. Dietro la villa ci sono due CEDRI DELLA CALIFORNIA, detti anche calocedri o libocedri, nonostante siano della famiglia dei cipressi, di cui quello a sinistra ha una forma a candelabro bellissima (foto). La circonferenza del tronco è di circa 6 metri. I frutti di questa cupressacea, dunque sempreverde, sembrano piccoli fiori legnosi stilizzati, color cannella. C’è anche una SOPHORA JAPONICA PENDULA che, nonostante le dimensioni contenute, è probabilmente centenaria. E’ relativamente raro trovare questo tipo d’albero in Toscana. La si riconosce facilmente dai suoi rami contorti e aggrovigliati come serpenti e le foglie piccole e ovali molto fitte. In questo esemplare non si nota, ma i rami più giovani formano di solito tanti archetti. Nel giardino sottostante, tra i molti alberi di provenienza internazionale, c’è un NOCE NERO imponente. Sul lato destro c’è anche una notevole e bella SUGHERA dal tronco dalla circonferenza di circa 4 metri. Di fronte alla limonaia c’è una tripla SEQUOIA SEMPREVERDE e, poco più avanti c’è una SEQUOIA GIGANTE col tronco dalla circonferenza di 5 metri e rami molto bassi e suggestivi. Entrambe le sequoie sono sempreverdi, ma quella detta gigante ha foglioline più simili a quelle del cipresso, mentre l’altra somiglia di più al tasso, alla cui famiglia appartengono le due specie.

A Prato, nel parco che era della ex villa Fiorelli, adesso ostello, partendo dalla piazza Monteferrato, 9 bellissime QUERCE ROVERELLE ultracentenarie costeggiano il torrente Bardena. Hanno tronchi che arrivano ai 5 metri di circonferenza. Nel giardino della ex villa c’è un enorme OLMO col tronco dalla circonferenza intorno ai 5 metri e due LECCI con tronchi di circa 4.

Due chilometri Sud-Est di Prato, in località Gonfienti, vicino alla chiesetta di San Martino a Gonfienti, sull’argine del Bisenzio, una possente QUERCIA ROVERE inclinata, col tronco dalla circonferenza di 5 metri è fra i pochi alberi intatti, accanto ad altri massacrati con mutilazioni. Per raggiungerla si può prendere una stradina che parte dal lato sinistro dell’ingresso all’interporto ed oltrepassa una grande villa storica.

A Mercatale di Vernio prendere la strada a sinistra per Cantagallo e a Luicciana imboccare la strada sterrata che conduce alle poche case di Luogomano. Lasciare l’auto al parcheggio e salire mantenendo sempre la destra, fino a raggiungere dopo un’ora circa, ad 800 m. di altitudine un magnifico FAGGIO della probabile età di 300 anni. La circonferenza dei due tronchi gemelli che lo componevano era di circa 4 metri l’uno. I lunghi rami che partono già dal basso, formando un’amplissima chioma, dimostrano che l’albero è cresciuto senza concorrenti che lo ostacolassero. All’inizio del 2013 uno dei due tronchi è crollato per cause ignote. L’albero è dimezzato.