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Conosci a fondo e sviluppa ciò di cui disponi già e di cui spesso sei inconsapevole,ma in cui risiede la possibilità di migliorare la tua vita senza danneggiare quella altrui!

Il miracolo di Sharon

“Il miracolo di Sharon” del 2024 di Jon Gunn, è tratto dalla storia vera dell’aiuto da parte di una parrucchiera alcolista a favore di una bambina gravemente ammalata.

Si rimane subito stupiti dalla straordinaria intraprendenza nel dare aiuto alla famiglia altrui, da parte di una persona che era stata incapace di aiutare se stessa. Quel supporto era però contrastato da parte di Ed, padre della bambina di cinque anni che rischiava di morire per una grave malattia ed aveva attirato la generosa ettenzione di Sharon. Le cure ospedaliere costosissime avevano fortemente indebitato l’uomo, vedovo da poco, a cui la fino allora sconosciuta Sharon aveva prestato soccorso economico e organizzativo. Il sapersi utile aiutava molto Sharon, ma il dover ricorrere al suo aiuto faceva sentire inutile Ed e questa situazione era diventata molto pesante per entrambi. Per chiedere e accettare aiuto occorre un’autostima di cui mancavano tutti e due. Come accade spesso, però, le incontrollabili circostanze avevano dato uno spintone decisivo verso la conclusione migliore.

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Comunicare attraverso i colori

 

In natura gli insetti, gli uccelli e i pesci sono sensibilissimi ai colori, che impiegano per segnalare la propria presenza, per distinguere la propria specie, per avvertire della loro pericolosità, per corteggiare le femmine. Questo perché i colori hanno un linguaggio immediato, che può essere compreso facilmente, anche perché viene associato ad esperienze piacevoli e spiacevoli che a loro sono connesse. Anche i colori, però, possono avere significati opposti, a seconda della situazione, del luogo, di chi lo impiega. Il giallo attira l’attenzione per la sua grande vivacità e luminosità, che ricorda il sole quando è vicino all’orizzonte, all’altezza dei nostri occhi e di quelli di molti animali. E’ però anche il colore di ciò che è acerbo o aspro, come i limoni o in esaurimento, come le foglie degli alberi in autunno. Il rosso stimola perché fa pensare a frutti maturi e al calore, ma anche al sangue, alle braci e di nuovo al sole quando sta per sparire sotto l’orizzonte e, in un certo senso, avverte che sta per arrivare il buio della notte. l blu rasserena perché è il colore del cielo libero dalle nubi e dell’acqua di fiumi, laghi e mari rinfrescanti, che però possono diventare freddi fino a farsi mortali. Il verde calma perché è quello delle piante rassicuranti, generose, portatrici di fiori e di frutti, ma è anche il colore delle muffe che guastano, delle insidie nascoste dietro il fogliame. Il bianco è il colore della neve e per questo del silenzio, del riposo invernale, della pace ma anche della morte portata dal freddo e dal buio. Il nero appartiene all’oscurità, all’incognito, alla paura, ma i colori che rappresentano la vita o le luci anche piccolissime risaltano splendidamente su un fondo nero. Ma se ciascun colore esprime qualcosa e al tempo stesso il suo opposto, come si capisce il suo segnale? E’ il tono e ciò che ha intorno a dargli un valore diverso, come tutto nella vita.

Così la combinazione di due colori vicini e alternati può significare qualcosa di molto diverso dal singolo. Ad esempio le strisce gialle e nere che hanno vespe e api avvertono del pungiglione, così come il rosso combinato col nero o col marrone scuro può significare che una farfalla è disgustosa o velenosa da mangiare.

 

 

Ciascuno dei colori tipo può prendere toni diversi con l’aggiunta in piccola quantità di altri colori e in questo modo esprime qualcosa di differente. Dando a questo nuovo tono il nome di qualcosa di molto noto, possiamo avere maggiori possibilità di essere compresi quando lo nominiamo

verde bandiera = colore tipo, composto da parti uguali di giallo e di blu, riconoscibile nella bandiera italiana come in quella di altri stati
verde olivo (albero) = blu, poco giallo, un po’ di rosso e del bianco
verde oliva (frutto) = verde tipo con un po’ di rosso
verde pistacchio = verde tipo con del bianco

rosso cremisi o vermiglio = colore tipo molto luminoso e chiaro, un tempo ottenuto dal minuscolo insetto cocciniglia, usato come colorante anche di un celebre liquore
rosso porpora o sangue = più scuro del cremisi
rosso bordeaux = scuro e tendente al violaceo
rosso corallo = con sfumatura rosa

giallo limone = molto chiaro, come la buccia dell’omonimo frutto
giallo girasole o Napoli = più intenso, tendente all’ocra
giallo ocra = caldo e calmo, tendente al marrone

blu cobalto o lapislazzuli = colore tipo, con tendenza al violetto
blu ceruleo = chiaro come il cielo di giorno
blu notte = scuro
blu turchese = ceruleo tendente al verde

arancio = giallo più rosso cremisi

violetto = blu cobalto più rosso porpora

Anche noi siamo molto sensibili ai colori, che esprimono il nostro umore e il carattere e ci possono aiutare a sentirci meglio se usiamo quelli più adatti, che agiscono attraverso la vista come medicine: rosso energia, giallo entusiasmo, arancio forza e accoglienza, viola regalità, verde serenità, bianco rinascita, nero mistero.

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E’ davvero ecologico ciò che lo sembra?

 

E’ noto a tutti che non sempre è giusto ciò che lo sembra e un esempio è rappresentato dai provvedimenti per ridurre l’inquinamento dell’aria. Sostituire i vecchi automezzi con altri nuovi può rivelarsi in certi casi una soluzione inefficace e troppo costosa per dei privati cittadini. Infatti per costruirne di nuovi e smaltire quelli vecchi si consumano molte risorse ed energia, con un inquinamento importante. Inoltre i nuovi automezzi non utilizzano ancora energia totalmente innocua e dunque, se usati spesso, possono inquinare quanto un vecchio automezzo che circola con minore frequenza. Oppure il nuovo motore elettrico usa un’energia prodotta in modo dannoso per l’ambiente e per la salute e l’incolumità dei lavoratori, al fine di costruire batterie che poi vengono smaltite in modo insalubre per chi vive e lavora in zona, magari in Paesi lontani. Tutto dipende da molti elementi che è necessario valutare, avendo un buon numero di informazioni. A volte si commettono errori perché ci si accontenta di ciò che sembra buono a una prima valutazione, trascurando di informarsi in modo più completo per capire la complessità delle questioni.

Ad esempio, una pessima ipotesi di sanificazione per combattere il Coronavirus era stata la disinfezione delle strade, ma peggio ancora delle spiagge con il cloro o altre sostanze. A parte la mancata dimostrazione che il virus resista più di qualche ora sulle superfici, chi ha avuto l’idea ignora che i raggi ultravioletti del sole bastano a disinfettarle, mentre il cloro uccide molte forme di vita e inquina molto più di quanto possa eliminare un virus.

Anche il comune soffiatore per foglie è usato spesso a sproposito dove una scopa o un rastrello sarebbero molto più efficaci ed economici. Infatti, il soffiatore solleva molta polvere e dunque tante sostanze nocive, che invece di rimanere sotto le suole ci arrivano nei polmoni, insieme al gas di scarico del motore. Inoltre fa un esasperante rumore. Anche l’inquinamento acustico danneggia la salute di persone e animali.

La buona manutenzione e un uso accorto di vecchie macchine e attrezzi, con la conseguente riduzione dello spreco, resta ancora la prima soluzione da favorire per ridurre l’inquinamento.

Un articolo sul tema si trova anche qui

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Il mondo si cura con gli alberi

 

In passato si credeva che saper leggere e scrivere fosse un lusso di poca utilità, ma quando finalmente in tanti hanno imparato a farlo, si sono accorti di quanto fosse di fondamentale importanza per emanciparsi dalla miseria e dall’essere soggetti ai prepotenti. Imparare a conoscere gli alberi, anche solo nelle loro funzioni essenziali, potrebbe portare grandi benefici ambientali e sociali, perché per milioni di anni si sono evoluti insieme alle altre forme di vita e interagiscono con ciò che sta sotto e sopra terra, oltre che nell’aria, esercitando su di loro grande influenza. Trattengono le montagne, rallentano il vento, regolano la temperatura, influenzano le piogge, alimentano le falde acquifere, purificano aria e acqua, nutrono miriadi di creature, frenano il deserto. Eppure sono ancora troppo pochi coloro che ne sono consapevoli e per questo, invece di trattarli con ogni riguardo, vengono danneggiati e distrutti come se fossero solo futuro legname.

Imparare a riconoscere le qualità e a rispettare le differenze è ciò che porta a una gestione soddisfacente delle risorse di ogni genere. Così come un artista soffre e lavora male se lo si obbliga a un’attività ripetitiva e monotona che ne avvilisce la natura, un albero adatto ad un luogo può essere del tutto inappropriato in un altro e creare problemi invece di risolverli. Alla maggior parte delle persone sembra ancora irrilevante conoscere queste cose, ritenendole argomenti per soli specialisti. Invece, dato che tutti direttamente o indirettamente ogni giorni influiamo sull’ambiente con le nostre scelte, avere almeno un minimo di competenza permetterebbe di evitare gli errori più comuni. Per fare in modo che chi prende le decisioni ad alto livello, che influiscono sulla vita di tutti, faccia le scelte giuste, occorre che si crei una cultura degli alberi, diffusa nella popolazione. L’incuria dell’ambiente, ancora molto frequente, è segno di inconsapevolezza di sé e dei legami che uniscono tutti i viventi con ogni aspetto dell’esistenza. In troppi trattano ciò che appartiene a tutti, come se fosse di nessuno, scaricandovi rabbia e frustrazioni. Ma la conoscenza è il primo passo per amare.

Un approfondimento su questo argomento si trova qui

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Scuola mosaicisti del Friuli a Spilimbergo (PN)

dettaglio di mosaico contemporaneo della Scuola Mosaicisti del Friuli

 

Nella bella città di Spilimbergo, dove edifici storici medievali mostrano sulle loro facciate affreschi degni della loro nobiltà, già dal Cinquecento erano numerosi i terrazzieri capaci di realizzare pavimenti dai bei colori, spesso con motivi ornamentali pregevoli, detti “alla veneziana”. I mosaici di Aquileia e di Venezia avevano impresso in loro e in altri la passione verso l’arte pregevole e duratura che ha reso famose quelle città. Per questo, con l’intento di dare ai giovani delle promettenti possibilità di lavoro, nel 1922 venne fondata la Scuola Mosaicisti del Friuli, formando maestranze che ne hanno diffuso la fama nel mondo. Tre anni di studio a tempo pieno vengono passati da uomini e donne di ogni età fino ai quarant’anni, nelle aule che la domenica pomeriggio possono essere mostrate dalle guide ai visitatori, spesso già incuriositi dai colori brillanti dei mosaici che ornano le facciate di alcuni edifici cittadini.

 

Aula della scuola

 

Questa scuola, unica in Italia, è uno straordinario museo che espone più di ottocento opere, dove ci si stupisce davanti alla fantasia e alla capacità tecnica di mosaici che rivestono le pareti quanto della varietà dei pavimenti, di cui cambiano colori e i motivi ornamentali lungo i corridoi, le sale e persino i bagni. Vetro, marmo, pietra e altri materiali tagliati in tessere di dimensioni e forme differenti, nelle sempre nuove composizioni danno un’idea delle possibilità offerte dal loro sapiente utilizzo. Vengono a Spilimbergo da tutto il mondo per formarsi e portare ovunque l’arte che uguaglia la pittura negli effetti di chiaroscuro, nei colori e nei toni, ma la supera di gran lunga nella durata. E in tutto il mondo ci sono opere realizzate da chi si è formato qui.

Articoli su opere contemporanee in mosaico sono qui ,   qui ,   quiqui,

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Confidare o no i dispiaceri?

 

Quando si soffre per problemi esistenziali o di altro tipo, confidarsi con qualcuno fa bene, perché esprimere con le parole il proprio cruccio lo fa definire meglio, aiuta a capirlo e, di conseguenza a gestirlo. Usare le parole giuste è spesso difficile, ma è importante cercarle e affinarle fino a trovare quelle più adatte, perché nell’impresa si comincia a fare qualche progresso nell’elaborazione. Sono importanti anche per dare delle spiegazioni a chi ci è vicino, perché in caso contrario il proprio comportamento cupo o spigoloso può essere interpretato come malevolenza o cattivo carattere. Nascondere nel fondo di sé ciò che fa soffrire è controproducente e prima o poi si manifesta in modo improprio, magari riversandosi su qualcuno del tutto incolpevole. Naturalmente va evitato anche di opprimere gli altri con una valanga di negatività e il senso della misura deve essere sempre presente.

Chi si confida di solito non si aspetta un intervento risolutore da parte di chi ascolta, perché quasi mai questo è in grado di farlo. Desidera invece sentire solidarietà, magari del tutto silenziosa ma empatica. Purtroppo chi raccoglie la confidenza, a volte manca di tatto e dice cose che irritano, invece di lenire. Inoltre spesso ritiene sia suo dovere dare consigli, senza rendersi conto che potrebbero forse essere buoni per se stessi, ma quasi mai lo sono per chi si è confidato. Addirittura le raccomandazioni rischiano di assomigliare a delle ingiunzioni e nella foga di rendersi utili vengono fatte come se l’interlocutore fosse un incapace. Tanti passi ovvi sono già stati compiuti o lo saranno di sicuro da parte di una persona intelligente e sentirseli raccomandare è oltremodo irritante e offensivo. Se si ribella, come quasi certamente avviene, si sente però accusare di essere una persona impossibile, che si merita di soffrire. Così avviene una lite e facilmente una rottura dei rapporti.

 

In questo tipo di situazione il “consigliere” che desidera sentirsi utile, si sente frustrato e a sua volta offeso, senza accorgersi di essere stato invadente e inopportuno. Se si vuole essere d’aiuto a qualcuno che soffre, tutt’al più si possono dare informazioni tenendo conto della cultura, dell’età e della sensibilità del destinatario e nel darle è bene ipotizzare che ne sia già in possesso. Solo se si è veri esperti in una certa materia e chi si confida chiede esplicitamente un consiglio, è utile e opportuno darlo, altrimenti si aggrava la sofferenza. Tutti soffriamo ma se con delicatezza siamo solidali, ciascuno riesce a superare le difficoltà con le proprie forze e con le proprie modalità.

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Possiamo sbagliare un po’ meno?

 

Quante volte si finisce col litigare perché uno o ciascuno degli interlocutori, ode l’altro senza dargli retta? Questo perché in simili casi il giudizio su ciò che una persona sta dicendo, è già stato inconsapevolmente formulato da chi dovrebbe ascoltarlo, prima che il contenuto sia espresso per intero. In questo modo anche per le più chiare spiegazioni è difficilissimo farsi comprendere. Lo stesso succede alle parole scritte, che troppo spesso vengono lette frettolosamente una volta sola e rischiano di essere fraintese. Succede in molte occasioni, ma ancora più di frequente quando l’argomento è spinoso, suscita forti emozioni e comporta una responsabilità da assumere. Ben pochi accettano le proprie responsabilità, prima di tutto perché le confondono con le colpe. E’ invece importante distinguere le une dalle altre, perché la responsabilità è consapevole che tutti sbagliamo spesso e apre verso delle soluzioni, mentre la colpa condanna e chiude le vie d’uscita. Le persone più rigide, che danno giudizi drastici, sono quelle che meno colgono le differenze. Anche quelle aperte e disponibili, però, possono essere rigide su certi aspetti. Proprio perché sanno che le sfumature distinguono un valore da un altro, fanno fatica a cogliere delle soluzioni a portata di mano, se non sono espresse correttamente e perciò sembrano sbagliate. Come fare?

Ricordiamoci che le emozioni possono farci letteralmente perdere la testa e farci diventare incapaci di gestire le situazioni più semplici. Prendere abitudini mentali che aiutano a prevenire malintesi e liti è fondamentale e in questa pagina ce ne sono due fra quelle che chiamo “formule magiche” perché sono davvero molto efficaci.

 

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L’enigma di Einstein

 

L’Enigma di einstein è un romanzo del 2006 di José Rodrigues dos Santos, che ha il grande merito di spiegare in modo avvincente, con parole comprensibili anche dai profani, tante scoperte scientifiche del XX secolo, che conducono gradualmente a comprendere certi aspetti del funzionamento della vita micro e macroscopica. Il motivo di tanto impegno scaturisce, nella finzione romanzesca, da un manoscritto segreto redatto e cifrato dal grande fisico Albert Einstein, che i servizi segreti dell’Iran e degli Stati Uniti ritengono nasconda la formula di una bomba atomica realizzabile da Israele. Non riuscendo a decifrare le pagine rubate ad un fisico portoghese che aveva lavorato a stretto contatto con Einstein, si rivolgono a un famoso crittografo, di cui seguiamo le ricerche, i ragionamenti, i sentimenti. Ben presto l’uomo si rende conto che non di un’arma tanto distruttiva si tratta, ma della prova scientifica dell’esistenza di Dio. Per arrivare a una possibile risposta a una simile questione, seguiamo i diversi passi che la scienza e le religioni di ogni epoca e luogo hanno fatto per comprendere le leggi dell’universo e il senso della vita.

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