Il momento di uccidere
Film di Joel Schumacher del 1996 dal romanzo di John Grisham, narra del processo nello stato del Mississippi a un afroamericano che ha ucciso due giovinastri di etnia europea, stupratori e massacratori di sua figlia di dieci anni. L’avvocato difensore, bianco, sembra non avere alcuna possibilità di salvare dalla pena di morte il proprio assistito, trovandosi in uno stato a maggioranza razzista e con un giudice ostile. Il redivivo ku klux klan interviene pesantemente con attentati verso chi lavora per la difesa, che oltretutto non può contare nemmeno sull’attribuire a infermità mentale l’uccisione dei due delinquenti, una volta saputo che la sarebbero potuta cavare con una punizione mite.
L’accusato crede però che proprio l’appartenenza dell’avvocato difensore all’etnia bianca, possa rivelarsi la sua vera possibilità di essere assolto, a condizione che si immedesimi fino in fondo nella condizione di padre di una bambina a cui è stato inflitto l’orrore di quel disumano trattamento. Al momento dell’arringa finale, allora, l’avvocato invece di portare l’attenzione sulla situazione del padre, fa vivere con una suggestiva narrazione ai membri della giuria, il susseguirsi delle torture vissute dalla bambina, per portarli a vederla, infine, come se invece che nera fosse stata del loro stesso colore.
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