Il Museo della Chimica a Settimo Torinese (TO)
Una grande pittura murale sulla parete di un condominio tra corso Piemonte e via Leini, avverte da lontano che si sta raggiungendo il Museo della chimica. I colori vivaci del murale di Riky Said sono come i cinguettii del pettirosso che ha dipinto e che, visto da vicino, si rivela composto da un gran numero di pixel. Come i tasselli che contribuiscono alla riuscita di qualsiasi opera.
Nella prima sala del museo si trova la tavola periodica degli elementi, rappresentati ciascuno da un cubo di legno coi lati di dieci centimetri. Su ogni faccia è riportato ciò che li identifica e soprattutto una breve descrizione che mette in risalto l’aspetto più particolare del loro carattere. Ecco il primo saggio delle sorprese che riserva la conoscenza della chimica capace, come tutti i soggetti, di rivelarsi affascinante se viene presentata evidenziando il suo aspetto più sorprendente. Si trova subito un esempio pratico in un grande cilindro di plexiglass dove giacciono delle palle per la dimostrazione comprensibile da tutti, dello stato di immobilità o movimento delle molecole, a seconda che appartengano a solidi, liquidi o gas. Grandi oggetti maneggiabili in sicurezza e con divertimento anche dai bambini, permettono di verificare quanto i gas siano comprimibili e di quanto la velocità del loro movimento influisca sui liquidi e i solidi nelle vicinanze. Dove si tratta della fluorescenza e dell’elettricità, ecco l’esperimento più toccante fra tutti: quello della panchina sonora, che si può fare solo in coppia e che piace ai più sensibili.
Si può poi verificare quanta acqua contiene il corpo umano a seconda dell’età. E’ possibile fare bolle di sapone grandissime e provare la propria percezione degli odori. Di grande effetto scenico è l’ultima sala degli esperimenti, dove è allestito il suggestivo bar della chimica. Qui il barista crea cocktail di colori e consistenze scelti dagli avventori sul menu, ma che si possono solo guardare mentre gli ingredienti si trasformano e suscitano meraviglia.
Le due stanze successive sono invece dedicate a Primo Levi, che qui aveva il suo ufficio negli anni di lavoro per la fabbrica di colori che lo aveva assunto, dopo il suo ritorno dal campo di sterminio nazista.
Il museo è aperto il sabato, la domenica e negli altri giorni festivi dalle 10 alle 19 e per usufruire al meglio della sua visita è consigliabile andarci in una giornata di bel tempo, quando la maggioranza dei bambini e degli adulti sceglie di stare all’aperto, lasciando ai visitatori di questo museo più spazio per divertirsi imparando tante cose e intravvedere le multiformi possibilità dell’esistente, nel frammento di territorio dedicato alla scienza.
Un museo dedicato all’elettricità di Alessandro Volta è il Tempio Voltiano di Como con i bellissimi strumenti del sette e ottocento. Tutti i musei scientifici che ho recensito si trovano qui.
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