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Tutto è connesso, come il tiglio di Padula e Joe Petrosino

by in Piante, giardini, parchi
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tiglio di Padula

 

C’è un personaggio nato e morto accanto ad alberi importanti e il cui destino, sia pure attraverso fili nascosti, era stato legato a quello delle piante. Era Joe Petrosino, nato nel 1860 a Padula, in provincia di Salerno, dove c’è un tiglio storico antico di secoli, sul piazzale della chiesa dei frati francescani.

Le ondate di emigranti che avevano affollato New York, dove Giuseppe era andato a vivere da ragazzo con la famiglia, erano dovute alla difficile situazione politica e alla povertà in Europa. Il modo sbagliato di trattare l’agricoltura e il venir meno di due fra le piante più importanti per l’economia ed il sostentamento, il castagno e la vite, avevano spopolato le campagne.

I boschi di castagno scomparivano a causa di una malattia da funghi maligni: il mal d’inchiostro. Una responsabilità importante ricadeva anche sulle industrie che estraevano il tannino dal suo legno. Il taglio degli alberi causava danni al terreno, che così si degradava cedendo a frane ed inondazioni. Al tempo stesso venivano a mancare i frutti autunnali che permettevano ai contadini di nutrirsi per tutto l’anno. La prospettiva di un guadagno immediato aveva tagliato quelle per il futuro.

Nello stesso periodo un parassita della vite, la fillossera, uccideva le piante a partire dalla Francia. Interi vigneti scomparivano e con loro il lavoro e la bevanda più diffusa nei paesi mediterranei.

In Irlanda, invece, era stata una malattia delle patate a portare alla fame la popolazione:la peronospera, che faceva marcire prima della maturazione i tuberi per il nutrimento di base dei meno abbienti.

Agli irlandesi che erano emigrati in America già da tempo, si erano aggiunti italiani così poveri ed ignoranti da restare presto invischiati nella pericolosa amicizia della criminalità mafiosa.

L’intelligente Joe l’aveva combattuta con efficacia, impegnandosi a fondo per amore di giustizia ma anche per riscattare il discredito dell’Italia. Aveva seguito un capomafia in Sicilia per fare indagini all’origine ma poco dopo, proprio nel giardino al centro di una piazza palermitana, il coraggioso poliziotto era stato ucciso a revolverate. Era piazza Garibaldi, dove c’è un Ficus magnolides adesso monumentale, ma all’epoca solo cinquantenne come lui: era il 1909.

 

Dal mio libro Alberi Monumentali d’Italia