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Alberi monumentali della Toscana, provincia di Arezzo

by in Alberi Monumentali, Toscana
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leccio di Bucine

 

Nella città di Arezzo, l’unico albero davvero notevole si trova nel parco pubblico Il Prato, realizzato all’inizio dell’ottocento vicino alla fortezza medicea, ombreggiato da lecci, cedri, qualche sequoia sempreverde di dimensioni relativamente ridotte e un PINO D’ALEPPO che potrebbe avere cent’anni, col tronco dalla circonferenza di oltre 3 metri, che ha accanto a sè un altro pino, gemello, ma totalmente orizzontale salvo un ultimo tratto, dove i rami si sollevano in cerca di luce. Il pino d’Aleppo si distingue da quello domestico per la corteccia dalle placche molto più piccole, che lo fanno somigliare più a un cedro. Gli aghi sono più corti e sottili, le pigne ben più piccole e affusolate. Resiste anche meglio alla siccità.

Andando da Arezzo in direzione di Montevarchi, a Pratantico, lungo la strada principale al km 8,600, si vede sulla sinistra un bel PINO DOMESTICO, con un tronco dalla circonferenza di circa 3 m, e una bella chioma ad ombrello. Il pino domestico, i cui semi sono i pinoli che utilizziamo per fare il pesto o il castagnaccio, si riconosce facilmente dalla corteccia a lunghe placche rossicce, la chioma dai lunghi aghi e dalla forma a globo in gioventù, a ombrello poi, dalle grosse pigne tondeggianti.

A Montevarchi, ad un semaforo lungo la strada principale si vedono le indicazioni per Mercatale, dove occorre svoltare, per poi percorrere un sottopassaggio della ferrovia e prendere a sinistra, verso Pestello (non indicato) e il convento dei cappuccini sulla collina a destra. Su un lato del piazzale del convento c’è da oltre 500 anni un LECCIO che ha raggiunto una circonferenza del tronco di 6 metri e un’altezza di 15. Ha grandi foglie, segno che trova molta acqua.

Scendendo dal passo della Consuma verso Stia, si troverà sulla sinistra l’indicazione stradale per Gualdo. Percorrendola per circa 700 metri, proprio lungo la strada, sulla sinistra si vedrà un gran CASTAGNO dal tronco cavo, con una circonferenza intorno ai 7 metri. Prendendo la stradina sterrata sul suo fianco si trovano dapprima dei castagni ormai morti ma, continuando, se ne trovano numerosi in buono stato e grossi, anche se nessuno è paragonabile a quello lungo la strada.

 A Badia Prataglia c’è il più antico arboreto italiano, realizzato nel 1846 da Carlo Siemoni. Fra gli alberi più rilevanti si trova un gruppetto di TUJE PLICATE con tronchi dalla circonferenza di 4 metri, una SEQUOIA SEMPREVERDE, col tronco di 6 m.di circonferenza e un’altezza di 40,  un ABETE GRECO col tronco di 4 metri e un TIGLIO ARGENTATO (o tomentoso) con foglie quasi argentate sulla pagina inferiore e il tronco di circa 4 metri di circonferenza. La Tuja ha sempre frutti in forma di piccoli galbuli con delle punte. Quelli della plicata, una volta aperti sembrano fiorellini legnosi, raggruppati presso le foglie simili a quelle del cipresso. Strofinandole emanano un buon profumo come di prezzemolo. Le sequoie hanno sempre cortecce rossastre e spugnose e quelle sempreverdi hanno foglioline simili a quelle del tasso. L’abete greco somiglia a quello bianco ma ha la corteccia scura, ha foglioline più rigide e dalle scaglie delle pigne escono dellepiccole  punte, Interessante il museo arboreo, aperto però a singhiozzo. Continuando per qualche decina di metri lungo la strada, verso la Verna, sulla destra nel giardinetto dell’albergo Bellavista c’è una CRYPTOMERIA JAPONICA con tronco di circa 4 metri di circonferenza.

Andando verso Ovest, nel Casentino, a Camaldoli, si troveranno bellissimi CASTAGNI di cui uno davvero spettacolare e solitario, fra le conifere, in località Metaleto, con il tronco dalla circonferenza di 9 metri e l’altezza di 20, dell’età di forse 600 anni. Il castagno è stato coltivato per secoli su terreni non calcarei fra i 300 ed i 700 m. slm. Le castagne si possono mangiare anche sotto forma di farina, con cui in Lunigiana si preparano molti piatti diversi. Il legno è ottimo per costruzioni ma meno come combustibile, perché il tannino che contiene lo fa scoppiettare troppo. Quando si decompone sul terreno, forma un ottimo terriccio per giardini. La fioritura dei castagni, a Giugno è bellissima e molto gradita alle api per il miele. Un castagneto di grande bellezza e atmosfera si trova anche vicinissimo al monastero benedettino, con alcuni alberi dai tronchi con circonferenze di 5 metri. Lo si vede appena al di sotto della strada, arrivando da Poppi.

A Pergo, dal centro abitato salire per la strada che porta alla chiesa. Davanti alla facciata si apre il cancello della villa Passerini dove c’è un PLATANO ORIENTALE di 500 anni ancora molto suggestivo nonostante le tante magagne. Il tronco ha una circonferenza di circa 7 metri, anche se l’altezza è modesta, perché la parte superiore è stata distrutta.

Nel comune di Bucine, arrivati sul poggio Amaro, dove inizia la discesa verso Siena, si vede sulla sinistra l’indicazione per Pogi. Svoltar, salire per la stradina che diventa sterrata e, continuando ancora a sinistra si arriva presto ad un LECCIO spettacolare di circa 300 anni. E’ in una proprietà privata ma accessibile con rispetto. L’albero ha una forma particolare perché usato in passato come roccolo, vegetazione modellata per attirare gli uccelli che poi venivano catturati. Questa pratica è adesso proibita.

Vicino al monastero francescano della Verna, nei pressi della basilica si sale dolcemente verso il bosco e si vede ben presto, un grande ABETE BIANCO col tronco dalla circonferenza di circa 4 metri, alto quasi 50, di 200 anni. Questo tipo d’albero ha una radice profonda a fittone che lo rende molto stabile e capace di procurarsi l’acqua meglio di altri. Tornando verso il complesso religioso, si prende il sentiero 51, che porta verso il monte Penna e quasi subito si trova un poderoso FAGGIO di 200 anni con una raggiera di radici intorno al tronco con circonferenza di 5 m. e alto 30. Continuando oltre le suggestive cappelline si sale lungo un percorso straordinariamente suggestivo, fra grandi massi, fino a che si trova quello su uno strapiombo chiamato “di frate Lupo”, rivestito di muschio, su cui troneggia un altro FAGGIO con una circonferenza di 4,50 m., alto 30 e di età oltre i 200.