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Autunno: cosa succede agli alberi

by in Piante, giardini, parchi

 

Sui rami sono già pronte le gemme ben avvolte nella guaina invernale, che si tempreranno al freddo e a primavera saranno svelte ad aprirsi, con l’energia degli zuccheri messi al sicuro nel legno durante i mesi soleggiati. Gli alberi hanno riassorbito la verde clorofilla dalle foglie e lasciano in evidenza il giallo, il rosso, il viola di altre sostanze che hanno esaurito il proprio compito. I colori vivaci sono anche un segnale di buona salute che scoraggia i parassiti dall’installarsi sulle piante robuste.

Col sole che resta ormai poche ore e sempre più basso nel cielo, scarseggia l’energia che serve alle foglie per compiere l’impresa fantastica di trasformare l’aria in cibo. Ai miliardi di filamenti che sono le radici, la minore quantità di linfa che scende dalla chioma, non basta più a dare la forza per assorbire acqua e minerali da far salire fin lassù e del resto, a gennaio il freddo lo impedirà quasi del tutto e addirittura diventerà pericoloso, ghiacciando.

 

 

Gli alberi hanno predisposto l’ultima parte del loro lavoro per garantirsi una discendenza, nei frutti dai colori più visibili per gli uccelli che li mangiano con i semi e il giorno dopo li rilasciano su un terreno, dove restano nascosti fino a primavera. Allora germoglieranno, con un po’ di fortuna. Quelli destinati a scoiattoli e altri piccoli animali, vengono raccolti in quantità e accantonati in decine e centinaia di nascondigli come riserve per l’inverno, ma in parte verranno persi o dimenticati e potranno a loro volta vedere la luce come pianticelle.

Allora gli alberi, dopo aver lasciato nelle vecchie foglie ciò di cui devono liberarsi, secernono un ormone che le fa cadere a terra, dove proteggeranno il suolo e, decomponendosi, lo nutriranno coi loro minerali. Le piante iniziano così il riposo, mantenendo vigile solo l’indispensabile del loro complesso e sensibile sistema vitale.

 

 

Solo i sempreverdi, più frugali dei decidui perché abituati a crescere su terreni più poveri, si liberano delle vecchie foglie un po’ alla volta durante l’anno, perché non dispongono di sufficienti risorse per rifarsi la chioma in un solo colpo. Rallenteranno le loro funzioni, il verde perderà la brillantezza, ma resisteranno.

Ma ci saranno alberi e arbusti che fioriranno proprio durante la lunga pausa degli altri, per approfittare della scarsa concorrenza, offrendo così alle api nei pochi giorni di sole, quando ci sarà abbastanza calore per qualche ora in cui potranno volare, un po’ di dolce nettare. Sono il calicanto, l’hamamelis, il prunus subhirtella, il viburno e pochi altri, che a noi faranno la sorpresa di un po’ di colore e in qualche caso anche di profumo, nei mesi più bui.

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