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Canzoni profonde: Bread and Roses

by in Arte e cultura

Pittura murale di Alleg a Campi Bisenzio (Il Rosi) FI

 

“E’ per il pane che lottiamo, ma anche per le rose” dice una canzone del 1976 di Judy Collins. Questa frase è stata inserita da James Oppenheim in una sua poesia, dopo averla sentita durante un duro sciopero del 1912 delle operaie tessili del Massachussets per ridurre l’orario di lavoro infantile. Martha Coleman l’ha messa in musica ed è diventata l’inno delle classi lavoratrici. Bread and roses: queste due parole unite da una congiunzione esprimono in modo straordinariamente efficace l’importanza di due opposti e complementari aspetti della vita che quando agiscono insieme producono i migliori risultati: il lavoro, il benessere materiale, la posizione sociale, ma anche ciò che è bello, buono e giusto al di fuori di noi. E’ una frase di grande effetto, valida per tante situazioni ma che rischia di rimanere solo qualcosa da ammirare e che poi si dimentica.

Fare in modo che pane e rose si trovino in eguale misura nella vita è un’impresa difficile perché lavorare per il proprio mantenimento, provvedere a tutto ciò che serve a dignità e salute, dà in genere risultati concreti e visibili, con la soddisfazione di poterlo in buona parte padroneggiare e di realizzare qualcosa. E’ anche per questo che riesce a catturare più fortemente l’attenzione e così assorbe la maggior parte del tempo e delle energie. Le attività spirituali profonde, che danno un senso a ciò che si fa e rende davvero capaci del bello, del buono e del giusto anche al di fuori di noi, hanno invece una natura sottile e dai contorni indefinibili, su cui è impossibile avere un controllo diretto e spesso sono ritenute di importanza secondaria rispetto alle altre. Così quando si vuole passare dalle attività del mondo esteriore a quelle interiori e viceversa si percepisce una difficoltà paragonabile all’attraversare un difficile confine, che fa desistere. Si rimanda a quando si avrà più tempo, ben sapendo in fondo che non è il tempo a mancare, ma l’energia interiore, proprio quella che si genera solo attraversando quel guado faticoso con sufficiente frequenza da imparare a farlo bene.

As we go marching, marching
In the beauty of the day
A million darkened kitchens
A thousand mill lofts gray

Are touched with all the radiance
That a sudden sun discloses
For the people hear us singing
Bread and roses, bread and roses

As we go marching, marching
We battle too for men
For they are women’s children
And we mother them again

Our lives shall not be sweetened
From birth until life closes
Hearts starve as well as bodies
Give us bread, but give us roses

As we go marching, marching
Unnumbered women dead
Go crying through our singing

Their ancient call for bread

Small art and love and beauty
Their drudging spirits knew
Yes, it is bread we fight for
But we fight for roses too

As we go marching, marching
We bring the greater days
For the rising of the women
Means the rising of the race

No more the drudge and idler
Tender toil where one reposes
But the sharing of lives glories
Bread and roses, bread and roses
(Bread and roses, bread and roses)

Our lives shall not be sweated
From birth until life closes
Hearts starve as well as bodies
Bread and roses, bread and roses

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Il mondo interiore è importante quanto quello che ci circonda. Ecco perché questo sito si occupa di entrambi.