Blog

Il Museo della civiltà contadina a San Benedetto Po (MN)

by in Musei della natura e dell'uomo
museo-polironiano

la bellissima scalinata che sale al museo – foto dal sito del museo

 

Mille anni fa, fra il fiume Po e il Lirone adesso scomparso, si era installata una comunità di monaci benedettini. Celebri per il motto “Ora, lege et labora”, conoscevano le leggi di natura e le applicavano per far fruttare al meglio le terre, favorite dai due fiumi. Sapevano esercitare tutte le arti e i mestieri per rendersi autosufficienti e il monastero, con la basilica, nel cinquecento era diventato tanto importante da poter essere ampliato e arricchito con l’ingegno di Giulio Romano, il celebre architetto e pittore che aveva lavorato per i Gonzaga a Mantova. La grande collezione di oggetti che riguardano le attività dei campi e del fiume, la vita quotidiana dei contadini, le loro credenze e usanze, ha trovato un posto adeguato nel piano superiore del Chiostro di San Simeone, dove un tempo c’erano l’ appartamento dell’abate e dei principi, le celle dei monaci, la biblioteca settecentesca e lo scrittorio. Ci si arriva attraverso una scalinata grandiosa e lo si percorre entrando nelle celle che hanno le porte aperte su ampi, luminosi corridoi, affacciati sui chiostri con grandi vetrate.

 

modello di barca per il trasporto merci

 

Nelle prime stanze sono esposte le umili attrezzature per il lavoro dei campi e nelle stalle, le spiegazioni su maiali e mucche, adesso accudite dagli indiani del Punjab, che per la loro religione sono sacre. Una barca, le nasse, ciò che serviva alla pesca e alla caccia sul fiume, fa scivolare nel regno acquatico dove si diceva vivessero le gose, bestie demoniache in fondo ai pozzi e nei canali, così che i bambini se ne tenessero lontani. In altre stanze si trovano draghi-serpenti scolpiti nel legno, nascosti in passato nelle code dei carri per spaventare la malasorte, e poi diavoli, rappresentati sulle cornici dei carri che trasportavano i corredi delle spose, per ammonirle a non cadere nelle tentazioni. Galleggiando fra le leggende si incontrano le marionette e i burattini che divertivano i bambini e le loro famiglie, nei laboratori che adesso tutto l’anno riportano questo modo di raccontare vicende illustri e dispute triviali. La fantasia ha poi buon gioco fra i quadri dei pittori della bassa, fra i poeti, fra i giocattoli di una volta fatti di legno e di fil di ferro e fra gli oggetti devozionali.

 

Exif_JPEG_PICTURE

sala con gli oggetti dedicati agli intrattenimenti

 

Nelle nicchie fuori dalla basilica e in quelle numerose all’interno, statue in terracotta rifinita in polvere di marmo, riconducono alla natura con vegetazione e animali che accompagnano molti dei personaggi rappresentati.

Intorno al grande complesso di religione e cultura c’è il paese e poi i campi dove si coltivano le barbabietole, le zucche, i meloni e gli asparagi, che i monaci producevano già nei secoli scorsi. E c’è il Po.

Il sito del museo è www.museocivicopolironiano.it

Riguardo al fiume Po c’è l’articolo sul Museo dei grandi fiumi a Rovigo