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La misura del tempo

by in Arte e cultura

orologio astronomico di Clusone

 

Nei viaggi che si facevano in passato, ai disagi e ai pericoli molto superiori a quelli di oggi si aggiungeva la difficoltà nel trovare una misura di tempo comune fra uno Stato e un altro. L’inizio dell’anno in certe parti del mondo è ancora oggi diverso dal nostro e in Europa lo abbiamo cambiato di posto varie volte, passandolo da alcune date dell’inverno ad altre della primavera. Per non parlare dei dieci giorni eliminati nel 1582 dal papa Gregorio XIII, su studi di Copernico, per rimettere in pari il calendario con gli sfalsamenti tra l’anno solare e quello convenzionale, rispetto a quanto promulgato da Giulio Cesare nel 46 a.C.. Una parte dell’Europa cattolica vi si era adattata subito, mentre i Paesi anglicani, calvinisti e luterani lo hanno fatto due secoli dopo e altri ancora più tardi. La Russia per questo aveva chiamato “rivoluzione di ottobre” quella che in realtà avveniva in Novembre. Addirittura alcune chiese ortodosse non si sono aggiornate ancora adesso, che la differenza è arrivata a 13 giorni.

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orologio astronomico di Brescia

 

Anche le ore erano difficili da calcolare e in Italia ce lo testimoniano gli orologi astronomici rinascimentali ancora attivi sulle torri civiche di alcune nostre città. In Lombardia a Clusone, Brescia, Mantova e Cremona, in Veneto a Padova e più a sud a Macerata e a Trapani. Prima di tutto riportano ventiquattro ore invece delle dodici a cui siamo abituati. Il punto di partenza, un tempo non era a mezzanotte, ma circa mezz’ora dopo il tramonto, che nel corso dell’anno cambia continuamente. Nei quadranti di questi antichi orologi la prima ora si trovava all’inizio della metà inferiore del cerchio, ad indicare che il sole era ormai al di sotto dell’orizzonte, mentre a mezzogiorno e a mezzanotte si trovava in punti sempre diversi del quadrante, dato che il giorno dura meno in inverno e di più in estate. I tre orologi sono simili ma con particolarità diverse. Per brevità indico qui a grandi linee il funzionamento dell’orologio di Padova. L’addetto alla manutenzione spostava le lancette manualmente tre volte ogni giorno per adeguarsi ad una simile variabilità e questo tipo di tempo era detto “all’italiana”. Quello “alla francese” era suddiviso in ore uguali ed era dunque molto più pratico. Era stato adottato in Italia alla fine del settecento.

 

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orologio astronomico di Padova

 

Era ed è indicata anche la situazione della luna, che oltre ad essere importante per la gestione delle piante nella semina, nel raccolto e nella lavorazione dei loro prodotti, determinava anche certe festività. E’ rappresentata da una sfera bianca, che man mano ruota diventando nera, come avviene quando il nostro satellite è nascosto dall’ombra terrestre. Sul quadrante sono indicati gli aspetti di opposizione, sestile, trigono e quadratura nei confronti del sole, con le forme geometriche che li rappresentano. Era importante tenerne conto come favorevoli o sfavorevoli a tutte le imprese. I vari dischi ruotavano per indicare il giorno, il mese e il segno zodiacale giusto. Nell’orologio di Padova è interessante osservare che lo Scorpione occupa per intero anche lo spazio della Bilancia -che ai tempi degli antichi romani prima di Giulio Cesare non esisteva- ed è stato così indicato come per scrupolo filologico, occupandolo con le chele. I trenta gradi che sono stati poi rappresentati dall’unico oggetto, fra gli animali e gli umani, erano conosciuti come appartenenti alle Chele ed erano comunque due, come i piatti della bilancia in equilibrio.