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Museo del lavoro a Seravezza (LU)

by in Musei della natura e dell'uomo
villa medicea di Seravezza, sede del museo

villa medicea di Seravezza, sede del museo del lavoro

 

Nelle stanze all’ultimo piano della villa medicea di Seravezza, oggetti d’uso quotidiano testimoniano la vita di un tempo della gente comune in questa zona: il lavoro nelle cave di marmo, nelle miniere d’argento o nei campi, poi nelle case, nelle cantine e nelle stalle. La Garfagnana è zona di castagni, che davano frutti saporiti e nutrienti per alimentare anche i più poveri. Per questo si vedono alcuni semplici oggetti usati nel trattamento delle castagne da trasformare in farina, impiegata poi in pietanze dolci e salate. Certi contenitori erano fatti di tronchi d’albero svuotati a cui si aggiungeva un coperchio. Ma i castagni davano anche abbondante tannino, la sostanza amara dall’odore che ricorda vagamente l’aceto e che si sente nei boschi, soprattutto se si sono tagliati rami o tronchi. Agli alberi serve da repellente per gli insetti e agli uomini per le farmacie, per la concia delle pelli e, un tempo, per la tintura in nero della seta. Al Museo del Castagno di Colognora si può sapere di più sull’utilizzo dell’albero, importante anche per la protezione del territorio dalle frane.

Avventuroso appare in questo museo il modo di caricare e di spedire il marmo estratto dalle cave via mare, da Forte dei Marmi ai porti del Tirreno settentrionale. Nelle fotografie si vedono i buoi al lavoro, indispensabili per portare fino all’acqua i pesanti carichi e poi issarli sulle navi, con operazioni ingegnose e sfibrante lavoro.

 

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Dopo la visita al Museo del lavoro di Seravezza, una grande cava si può vedere facilmente salendo in auto in direzione di Castelnuovo Garfagnana: sul picco che si ha di fronte, da lontano sembra di vedere torri intagliate nella roccia bianca e, più in basso, i resti di una nevicata. Sono invece i risultati del lavoro di estrazione che dura da secoli. Si può raggiungere Castelnuovo per vedere lungo la strada il laghetto della diga di Isola Santa e più giù l’antico mulino dai bellissimi loggiati, poi le logge della villa che si vede solo quando, appena arrivati alle prime case del paese, si torna in direzione del mare in direzione di Massa. Dal Passo del Vestito il panorama è ancora più impressionante, perché si è più vicini alle cave e alle guglie ancora intatte, a picco sul vuoto.

 

http://www.terremedicee.it/museo.php

Nelle vicinanze ci sono molti alberi monumentali da vedere, ma anche il più piccolo teatro del mondo.