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Museo del vino di Bardolino (VR)

by in Musei della natura e dell'uomo

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Non molto distante dal Museo dell’Olio si trova il Museo del Vino, dato che la provincia di Verona è celebre per il Valpolicella, originariamente dolce grazie all’interruzione della fermentazione che trasforma tutti gli zuccheri in alcol. Lasciandolo invece seguire il procedimento fino alla fine si ottiene l’Amarone, tipico della zona veronese. La Vitis vinifera, come l’Olea sativa viene dal Medio Oriente e si sa che in Mesopotamia si beveva vino più di tremila anni prima di Cristo. La pianta rampicante può vivere centinaia di anni, dando frutti sui rami vecchi, disposti in modo diverso a seconda delle zone, dei terreni, delle tradizioni.

 

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Nei vigneti, però, si tengono le stesse viti solo per circa trent’anni. In Cile, poi in Sudafrica, in America e in Australia nel corso dei secoli si è diffusa la coltivazione di questa pianta man mano che la preferenza di una bevanda come il vino ha accompagnato gli europei emigrati fin lì. La vite coltivata è più vulnerabile di quella selvatica e a metà ottocento un insetto parassita di origine americana, la fillossera, aveva attaccato le viti europee cominciando dalla Francia e minacciando tutti i vigneti d’Europa. Anche il fungo peronospora aveva fatto grandi danni. E’ stato necessario allora innestare le piante di vite delle varie località su quelle americane, abituate ai parassiti che avevano saputo vincere e che avevano quindi gli anticorpi necessari a resistere.

 

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Nel Museo del Vino ci sono pannelli che illustrano l’operazione e si può vedere ciò che veniva usato per il trattamento delle piante: con il verderame per combattere i funghi parassiti come la peronospora e con lo zolfo contro l’oidio. Ci sono poi gli oggetti per la raccolta dell’uva, la pigiatura, il trasporto, l’invecchiamento, l’imbottigliamento. Il legno era il materiale maggiormente impiegato per le varie fasi, con il supporto del ferro e del vetro. C’è anche un pezzo di corteccia di sughero, da cui si ricavavano i tappi già in epoca romana, ma poi si sono usati cavicchi di legno, argilla, gesso e anche i tutoli del mais, da sigillare con mastici, resine e pece. Pierre Perignon, il benedettino inventore dello champagne, ha riportato in uso il tappo di sughero nel seicento.

Il sito del museo è www.museodelvino.it

Nelle vicinanze del museo del vino c’è il Museo dell’Olio

Nella provincia di Verona ci sono vari Alberi Monumentali a cui fare visita