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Pregiudizi sulle potature

by in Piante, giardini, parchi

 

Gli alberi allo stato selvatico danno frutti in modo irregolare ma quando sono coltivati e potati da un esperto, danno fiori e frutti abbondanti ogni anno. Questo avviene perché l’albero, stressato dai tagli, sentendosi in pericolo di morte cerca di compiere la sua missione di perpetuare la vita con una discendenza. Una prova di questa risposta istintiva si ha quando un vecchio albero nell’ultima primavera della sua vita fiorisce vistosamente e dà tanti frutti, poi muore.

L’errata interpretazione di questo fenomeno è una delle cause di tanti errori commessi nei riguardi degli alberi. Altri vengono dal considerare le piante come oggetti anziché esseri viventi sensibili e intelligenti, come è stato provato in abbondanza dalla scienza negli ultimi decenni. C’è poi l’insensibilità verso gli altri, che siano persone, animali o vegetali e c’è la forza diseducativa del cattivo esempio.

 

Abbiamo sempre visto, un po’ dappertutto, alberi capitozzati, smozzicati, mutilati, spesso ridotti a dei pali o con i grossi rami delle principali biforcazioni che terminano con rigonfiamenti simili a grossi pugni. In inverno sono un triste spettacolo desolante, come una sfilata di mutilati di guerra. Ma dato che si sono sempre visti, poteva sembrare che fosse giusto. Vedendo che i poveri alberi, appena arriva la primavera si affrettano a emettere nuovi rami e foglie, si è dedotto che simili mutilazioni li rinvigoriscano, mentre invece è solo la loro disperata reazione per non morire di fame a causa della mancanza di foglie, indispensabili alla trasformazione dell’anidride carbonica negli zuccheri della linfa, che è il loro sangue. I tagli sono operazioni chirurgiche, utili quando ce n’è davvero bisogno, come avviene per noi, ma inutilmente crudeli e dannosi altrimenti. Inoltre, come le operazioni chirurgiche, occorre sapere dove e come tagliare, perché in certi punti gli alberi reagiscono positivamente e in altri molto meno. Ci sono poi reazioni diverse a seconda della specie: le conifere, cioè gli alberi che fanno le pigne (coni) sopportano malissimo i tagli e spesso non si riprendono. I tigli reagiscono al taglio dei rami con la produzione di polloni dalle radici e ricacci in basso nel fusto. Così più si tagliano e più ricrescono disordinatamente, diventando ingestibili e venendo ridotti a dei mostri. Ci sono invece alcuni alberi che sopportano bene, come i tassi, che appunto per questo vengono potati anche in forma di sculture.

Essere coscienti della diversità è la prima dote necessaria nel trattare qualsiasi cosa, a maggior ragione se si tratta di esseri viventi. Se si vuole ridurre la chioma di un albero bisogna conoscere bene la tecnica e saper fare in modo che quasi non si notino i punti dove si è intervenuti, rispettando la forma equilibrata naturale. Ogni albero deve essere trattato con l’accortezza che gli permetta di mantenere e sviluppare le proprie capacità di difendersi da solo, mentre invece ogni anno vengono spesi soldi per danneggiarli nella chioma e nelle radici, che vengono tranciate, soffocate o fatte marcire per la mancanza di conoscenze.

Un articolo che dà qualche indicazione utile sulle potature si trova qui   e uno qui

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