Blog

Alberi monumentali del Piemonte, provincia di Alessandria

by in Alberi Monumentali, Piemonte
platano di Alessandria

platano di Alessandria

 

Appena fuori Alessandria, ai margini della statale che porta a Piacenza, si trova uno dei platani più belli che vi capiterà di vedere. Si dice sia stato piantato da Napoleone ed ha dunque circa 200 anni. Il suo tronco ha la circonferenza di circa 8 metri e l’altezza di 40. I platani sono fra gli alberi a foglie caduche più grandi in Italia, insieme ai pioppi ed ai faggi. Hanno grandi foglie palmate e coriacee che in autunno diventano gialle ed arancioni. Purtroppo le malattie che affliggono ormai molti platani rendono le foglie cineree.

In via Burgonzio ad Alessandria, a ridosso della recinzione del poliambulatorio si trova un notevole BAGOLARO con la circonferenza del fusto di oltre 4 metri.

A Viguzzolo, vicino a Tortona, lungo la strada che va verso Volpedo si vede una bella pieve romanica fiancheggiata da due FAGGI centenari a destra e a sinistra, di cui quello di sinistra è cavo e spaccato in due, mentre quello di destra è un insieme di quattro fusti, dunque con una chioma amplissima.

A Garbagna, a sud di Tortona,al centro della piazza principale del bel borgo ha quattro IPPOCASTANI messi a dimora a metà ottocento.

Dopo Novi Ligure, appena prima di arrivare alla cittadella commerciale di Serravalle Scrivia si vede sulla sinistra lo stabilimento dolciario Dufour. Subito dopo c’è una stradina detta “sentiero dei muli”. Proprio di fronte a quella, sull’altro lato della strada c’è una stradina che sale, dopo un cancello sempre aperto. Da lì si può andare a piedi per 100 metri fino quasi alla sommità, dove si vedrà sulla destra una QUERCIA virgiliana di 300 anni, alta oltre 20 metri e con la circonferenza del fusto di circa 6. E’ meno conosciuta delle altre querce ed ha le ghiande commestibili per l’uomo. Si intravede fra gli alberi vicini la torretta di quella che era stata la villa di Fausto Coppi.

Passata Arquata Scrivia e la frazione di Rigoroso, dopo due tornanti si vede sulla destra una vecchia pizzeria e, sul lato sinistro, sotto il livello della strada, un LECCIO di 200 anni su un piccolo belvedere che guarda verso il torrente Scrivia. Nel 2009 tutto è in stato di abbandono. Il leccio è una quercia sempreverde, tipica del Mediterraneo in zone calde e asciutte. Ha le piccole foglie color verde scuro, con rovescio chiaro.

A Tassarolo, venendo da Novi, prima di arrivare in paese si prende una stradina ripida sulla sinistra, che porta tra le case fino ad una chiesa. Lì si può lasciare l’auto e scendere i pochi metri sull’altro versante. Oltre le vigne si vede bene la quercia CERRO-SUGHERA, sempreverde che perde tutte le foglie a primavera, subito prima di mettere quelle nuove. Ha 400 anni un fusto della circonferenza di circa 4 m ed un’altezza di circa 20. Le sue ghiande, invece di sporgere dal cappuccio tondo e dall’esterno setoloso, vi sono quasi interamente nascoste. La corteccia è sugherosa ma meno spessa della sughera e le foglie somigliano alle sue.

Sulle montagne del comune di Bosio ci sono vari alberi degni di nota. Salendo dopo l’abitato, in località Perghelle si trova un gruppetto di case coloniche, dietro le quali un magnifico OLMO MONTANO, dal tronco di tre metri di circonferenza ed un’altezza intorno ai trenta.

Continuando per alcuni chilometri, sulla destra una stradina forestale porta all’eco-museo Cascina Moglioni, dove si trovano dei CASTAGNI che sembrano sculture, hanno un’età di almeno 200 anni ed una circonferenza di oltre 5 metri.

Si prosegue fino alla chiesa di Capanne di Marcarolo che ospita vicino ai suoi muri due alberi di lentissima crescita un AGRIFOGLIO femmina alto circa 6 metri ed un TASSO femmina col tronco di un bellissimo colore rosso, dalla circonferenza di circa 2 metri.

Continuando per circa tre chilometri e mezzo sul monte Poggio in località Sala Giandone, ci sono due grossi FAGGI di circa 200 anni, di cui uno col tronco di circa quattro metri e mezzo, sui due margini opposti della strada, presso un rudere di antica osteria.

Nel giardino della stazione di Casale Monferrato, di cui una parte risale all’ottocento, sono particolarmente belli un grande IPPOCASTANO vicino ad una MACLURA, albero americano dai frutti gialli, grossi come pompelmi ma composti da tante sferette, come le more. Sono, però, immangiabili. Questo albero femmina ha una forma particolare, con i rami composti da tanti archetti che si notano in inverno, quando è spoglio.