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Quando a pagare le nostre scelte sono gli altri

by in Umanità

 

E’ buona cosa fare ciò che si sente nel profondo, che si tratti del proprio lavoro, delle scelte di vita, delle persone da frequentare. Basta tenere presente che le spinte interiori possono essere legittime e buone ma anche ingiuste e nocive per noi e per gli altri. Fino a che punto abbiamo il diritto di dire o fare delle cose, se vengono pagate da altri?

Prima di tutto occorrerebbe capire se certe scelte sono davvero qualcosa che risponde a un’aspirazione costruttiva o sono invece indotte dalle tendenze altrui, dalle mode, dall’autoritarismo di chi si impone e a cui non ci si sa sottrarre, anche perché se ne invidia il potere. Oppure sono dovute al mancato riconoscimento di proprie ferite interiori mai guarite perché mai curate. Se è bene in molti casi non lasciarsi influenzare dai giudizi altrui, occorre tenere presente che quanto decidiamo per noi ha conseguenze per gli altri, che possono essere molto negative anche per chi non c’entra niente.

Inoltre, ciò che facciamo e che a volte sembra un danno di poco conto nei confronti di chi lo subisce, può diventare grave quando viene ripetuto da molte persone, come avviene per le discriminazioni razziali o di genere, verso le donne, gli stranieri, i diversi, per esempio. Prima o poi la disumanizzazione di un simile modo di fare finisce col preparare il terreno a chi le discriminazioni le esercita con intenzione e con obbiettivi che si ritorceranno verso l’intera società, compresi noi.

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Il mondo interiore è importante quanto quello che ci circonda. Ecco perché questo sito si occupa di entrambi.