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Alberi monumentali del Piemonte, provincia di Verbania

by in Alberi Monumentali, Piemonte
tasso di Cavandona

tasso di Cavandona

 

Lungo il Lago Maggiore, sul versante piemontese sono numerose le ville con giardini visitabili, dagli alberi in gran parte esotici. Molto piacevole è la visita alle isole borromee, tra cui l’Isola Madre dove si trova un albero degno di essere chiamato “apparizione”. E’ un CIPRESSO DEL CACHEMIRE, glauco, di 200 o forse 300 anni, la cui circonferenza del fusto è circa 10 metri e l’altezza intorno ai 25. E’ un albero raro, dalle chiome pendule come i salici ma con le foglie del cipresso. Purtroppo, nell’estate 2006 una tromba d’aria che ha distrutto moltissimi alberi ha sradicato anche lui. Sono stati fatti subito interventi per salvarlo, bagnandolo in continuazione e proteggendolo affinché non morisse. Poi è stato rimesso in piedi, ma adesso è irriconoscibile, spogliato di moltissimi rami, anche se si è ripreso. Si trova davanti al palazzo del 600, molto interessante in particolare per i teatrini e le marionette che ospita. Un altro albero notevole è la MAGNOLIA GRANDIFLORA che ha creato un boschetto intorno a sé grazie ai suoi rami che, posandosi sul terreno hanno messo radici da cui sono spuntati nuovi alberi. Vale la pena di vedere il CIPRESSO CALVO, che normalmente cresce con i piedi nell’acqua ed ha perciò radici che creano appendici risalenti in verticale, per respirare, spesso dall’aspetto di nanetti. Dato che questo cresce in un prato, gli pneumatofori (così si chiamano le appendici) sporgono appena ma si estendono lontano nel prato, dando un’idea dello spazio sotterraneo che certi alberi occupano.

Sull’Isola Bella, un magnifico CANFORO, dalla circonferenza del tronco di forse 8 metri e l’altezza di 20, si trova all’ingresso di un giardino dove parte degli alberi è potata in topiaria: alcuni notevoli TASSI per esempio. Molto bella una SUGHERA al naturale, sotto il bar e un LIRIODENDRO proprio prima dell’uscita.

Venendo da Stresa verso Pallanza, la strada si biforca. Prendere il ramo a sinistra, che sale. A metà salita, facendo molta attenzione si vedrà una stradina che sale, dopo aver curvato a U. E’ quella che porta a Cavandona, un paesino in collina, in cima ad una strada molto stretta. Prima di raggiungere la fine della strada, sul sagrato di una piccola chiesa, si vede un bellissimo TASSO maschio dal grosso tronco avvitato su sé stesso ed i rami che formano una cupola armoniosa. Ha un’età di almeno 500 anni. Si riconosce il suo sesso in autunno, quando le femmine portano gli arilli rossi (frutti) mentre i maschi hanno i futuri fiori in boccio.

A Pallanza, all’ingresso del giardino di Villa Taranto, una magnifica QUERCIA ROSSA, enorme nonostante la recente potatura, è un degno benvenuto al giardino. All’interno, una profusione di alberi e piante di tante specie diverse danno quasi il capogiro. Il tronco di un CASTAGNO del seicento, con una circonferenza di circa 6 metri è fra i più massicci, ma notevoli sono tanti altri fra cui un ALBERO DEI FAZZOLETTI, una QUERCIA PALUSTRE, un LIRIODENDRO, una LIQUIDAMBAR, con fusti dalla circonferenza da 4 a 5 metri. Molte conifere esotiche spiccano, tra cui un doppio ABETE ORIENTALE dalla chioma sottilissima e aghi molto corti.

A Pallanza, appena entrati nel giardino di villa Giulia, dietro un piccolo edificio c’è una magnifica SUGHERA, col fusto di circa 3,50 m. di circonferenza e lunghi rami che si affacciano sul lago. In piazza Gramsci c’è un notevole CANFORO con fusto di circa 6 m. di circonferenza, mentre nel giardino di una fiorista/vivaista nei pressi dell’ospedale, in via de’Marchi, 31 si trova un notevole GINKGO BILOBAdi 150 anni con circonferenza del fusto di circa 4 metri, da cui spuntano molti “mammelloni”, che sono future radici aeree abituali nei vecchi alberi del genere.

Dopo aver superato Verbania, proseguire verso la Svizzera e dopo tre chilometri si arriverà a Ghiffa. Sulla destra, dopo l’albergo Ghiffa e il Municipio, tre meravigliosi ALBERI DELLA CANFORA uno vicino all’altro formano una nuvola di un verde lucido e scuro, alta almeno 25 metri, sulla riva del lago. I tronchi di ciascun albero misurano circa 5 metri di circonferenza e l’età presumibile è di 200 anni. Stropicciano le foglie del canforo, sempreverde originario dell’Asia, si sente il profumo balsamico dei suoi oli che usiamo per aiutare le nostre vie respiratorie o servire da anti-tarme. Anche i frutti, piccole sferette verdi autunnali, hanno lo stesso profumo quando si incidono.

Proseguendo si arriva ad Oggebbio dove, all’altezza della Residenza del Pascià, nel tratto di giardino privato lungo il lago si vede un altro CANFORO con un tronco di circa 7 metri di circonferenza ed una magnifica chioma.

A Baveno, il giardino pubblico lungo il lago della villa Fedora, ospita alberi di grande bellezza di circa 150 anni. Alcune querce SUGHERE, che si distinguono facilmente per la corteccia sugherosa con profonde fessure e le piccole foglie sempreverdi. Un CEDRO CALIFORNIANO che può sembrare una sequoia ma che si riconosce in autunno dai frutti legnosi che cadono a terra e sembrano fiori di legno. C’è un enorme CASTAGNO che presumibilmente ha varie centinaia d’anni, ALLORI ed AGRIFOGLI femmine (riconoscibili dalle bacche), un CIPRESSO DI LAWSON proprio vicino al lago, di forma conica che nasconde sotto il fogliame una gran quantità di rami che si allargano già da terra e formano una spettacolare serie di colonne. Un’altra dalle foglie glauche è più in alto, vicina alla villa, sede della Camera di Commercio, costruita nel 1857 e passata all’inizio del ‘900 al musicista Umberto Giordano che qui ha composto l’opera Fedora, che ha dato il nome alla villa.

A Stresa, lungo la strada principale, nel giardino del n. 19, dove si trova la fondazione Rosmini, un CEDRO DEODARA di 160 anni, alto più di 40 m. e con una circonferenza di circa 8 è ben visibile ai passanti. Sul lungolago si trovano anche bei CANFORI, un FAGGIO e altre piante notevoli.

A Macugnaga, vicino alla Chiesa Vecchia c’è un TIGLIO della presunta età di 500 anni, alto 12 metri col fusto dalla circonferenza di 8,30. E’ ancora in salute nonostante gli manchino vari rami, sia cavo e sorretto da stampelle.