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Baobab, grossi, simpatici, benefici

by in Piante, giardini, parchi

Adansonia gregorii – foto da renneritalia.com

 

Il nome baobab, nel far gonfiare le guance sembra creato per dare l’idea della sua mole, nella deformazione del nome arabo bu hibab, frutto dai molti semi. La sua è la famiglia delle bombacacee, parola forse della Guinea che di nuovo sembra fatta apposta per evocare un volume imponente, perché è fra gli alberi più corpulenti del mondo. È il signore delle regioni aride dell’Africa, dove vive per secoli diventando enorme. Eppure è fatto tutto di trine leggere, che si imbevono di acqua nella stagione delle piogge, quando entra in lui dalle fessure nel tronco e dalle radici, trasformandolo in un grande serbatoio. Se però il suo legno interno si sgretola diventa capiente come una casetta e qualcuno è stato usato come prigione o come bar. Per i cantastorie poteva diventare una tomba. Può vivere anche mille anni ma nel suo legno non si trovano anelli di crescita, da una parte perché come tutti gli alberi tropicali, la scarsa differenza di temperatura fra estate e inverno impedisce i cambiamenti di colore e spessore del legno che avvengono altrove. Un’altra ragione è la struttura spugnosa, adatta ad immagazzinare ettolitri di acqua che lo fanno resistere alla siccità e al calore. La fibrosità della sua corteccia liscia la fa ambire dagli uomini che glie la strappano per farne cordami. Ben pochi alberi possono sopportare una simile violenza, come quella che nei Paesi temperati subiscono le sughere.

 

baobab della foresta spinosa malgascia

 

Le foglie le tiene per poco tempo, perché non evapori troppo in fretta il prezioso liquido che gli permette di sopravvivere nei mesi torridi, quando riposa. Sono buone da mangiare e curano le infiammazioni e i disturbi umani a cui ogni parte del gigante sa dare sollievo.

I suoi grandi fiori si aprono di sera e la loro bellezza dura solo una notte. Possono essere color crema oppure rossi o gialli, dall’odore sgradevole o profumati, eretti e brevitubi, vale a dire coi tubicini che secernono il polline piuttosto brevi o longitubi ed essere fecondati dai pipistrelli o dalle falene. Una scorza vellutata protegge il frutto dall’interno vaporoso e bianco come una meringa, che gli africani chiamano pane delle scimmie e da cui ricavano una bevanda spumosa e acidula che contiene molta vitamina C. Quando i frutti cadono a terra, col calore fermentano e diventano alcolici. Così gli animali che li mangiano, se ne vanno poi barcollando. I tanti semi uniti fra loro da lunghi filamenti, come fossero una collana, danno un olio che rigenera la pelle ustionata, tormentata dagli eczemi o assalita dalle tante malattie che la insidiano.

 

Adansonia grandidieri, baobab classici del Madagascar

 

I baobab, alberi fra i più famosi al mondo e che sono presenti in Madagascar con sei specie diverse, nel continente africano e australiano sono rappresentati da una specie ciascuno, rispettivamente la Adansonia digitata e la Adansonia gregorii. Quelli più tipici del Madagascar sono gli Adansonia grandidieri, molto alti e relativamente snelli rispetto a tutte le altre specie quali le Perrieri, Za, Madascariensis, Rubrostipa, Suariezis.

Sull’isola di Socotra c’è un tipo di albero che somiglia al baobab nell’aspetto, anche se è molto più piccolo. E’ l’Adenium obesus socotranum, dai bei fiori rosa simili a quelli dell’oleandro e come lui velenoso nel latice che viene usato dai cacciatori e dai pescatori.

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