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Giuggiolo, albero per terreni asciutti

by in Piante, giardini, parchi

giuggiolo – foglie e frutti

 

Dopo un’estate molto calda, i frutti del giuggiolo Ziziphus jujuba sono più dolci. Questo albero relativamente piccolo, con lontane origini nella Siria e naturalizzato in Cina, in Italia ha trovato la migliore accoglienza nel Veneto, in particolare ad Arquà Petrarca, che il poeta toscano aveva preferito a Venezia e a Padova. Sugli assolati e calcarei Colli Euganei le sue lunghe, profonde radici che non tollerano i ristagni d’acqua, danno il miglior sapore ai frutti che somigliano a olive quando sono verdi come mele, per poi farsi marroni e accartocciarsi quando diventano zuccherini come datteri. Il giuggiolo è deciduo, lento a crescere ma longevo e resiste bene agli inverni freddi quanto alle estati brucianti, proteggendosi da entrambi con una corteccia molto rugosa. Vicino alle case coloniche del Veneto e dell’Emilia Romagna se ne trova spesso qualcuno con i bei rametti a zig zag pieni di spine e i frutti con cui preparare marmellate, brodo di giuggiole fatto unendo uva, cotogne, melagrane in un dolce infuso. E’ un albero ornamentale anche per i fiorellini gialli a primavera, adatto ai giardini del futuro, quando si dovranno preferire piante resistenti alla siccità estiva e ai temporali violenti.

 

tamerice

 

Farà buona compagnia alla tamerice, che con la sua chioma vaporosa e tendente all’azzurro, le infiorescenze rosa e il portamento movimentato, creerà un piacevole contrasto. Come lui ha radici profonde e resiste bene anche lungo le coste marine, dove l’acqua salata sarebbe intollerabile per altri. Un parente del giuggiolo, lo Ziziphus Mauritania, ha sviluppato al massimo la resistenza al caldo e all’asciutto, tanto da essere fra gli alberi preferiti per le barriere verdi contro il deserto

Un articolo su piante che resistono alla siccità si trova qui e qui

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