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Il filo della riconoscenza

by in Arte e cultura, Umanità

Monumento in onore della tribù Chaocktaw in Iralanda – foto da fattistrani.it

 

“Sentiero delle lacrime” fu chiamato nel 1831 dai nativi d’America, espropriati dei territori che da sempre erano stati loro, la dolorosa deportazione verso le riserve imposte dai nuovi americani, senza alcuna considerazione per gli stili di vita, le necessità, le tradizioni delle tribù. A piedi e a tappe forzate percorsero milleseicento chilometri soffrendo la fame e il freddo. Molti si ammalarono, molti morirono.

“Grande Carestia” fu il nome di quella che tra il 1845 e il 1849 colpì l’Irlanda, quando i tuberi che erano diventati ormai il cibo principale per i contadini, le patate originarie dell’America, furono infettati da una gravissima malattia causata dalla peronospora, che le aveva rese poltiglia immangiabile. Se fossero state di più varietà, alcune avrebbero certo resistito al flagello, ma le colture erano in gran parte dello stesso tipo e questo le aveva rese facili vittime di un unico nemico. L’esperienza e i mezzi erano troppo scarsi e il governo inglese non aveva dato alcun aiuto. Per questo in molti morirono di fame e molti si impoverirono a tal punto da avere come unica possibilità di sopravvivenza quella di emigrare verso l’America.

 

fiori di patata. In passato le patate si coltivavano solo per i fiori.

 

I nativi della tribù Chocktaw, nei loro nuovi insediamenti sentirono parlare del tragico destino dei contadini che come loro avevano sofferto la fame, la perdita di ogni bene, l’indifferenza da parte di chi li avrebbe dovuti aiutare e si sentirono vicini a quegli europei, anche se di una stirpe che per loro era stata di grande danno. Allora fecero una raccolta di fondi, riuscendo a mandare agli irlandesi ben centosettanta dollari, che corrispondono a più di un migliaio di oggi.

Nel 2015 a Midleton in Irlanda, per far conoscere quell’episodio davvero toccante di solidarietà, fu installata una scultura in acciaio dell’artista Alex Pentek con grandi penne d’aquila alte 6 metri, che ricordano le acconciature dei valorosi presso le antiche tribù. L’occasione per dimostrare una più concreta riconoscenza, però, si è presentata con il Coronavirus. I nativi americani sono stati particolarmente provati dalla pandemia, così Navajo e Hopi hanno promosso una raccolta fondi per soccorrerli con il “Navajo & Hopi Families COVID-19 Relief Fund” a cui hanno contribuito in massa gli irlandesi, seguendo il filo della riconoscenza, per aiutare almeno i discendenti di chi li aveva soccorsi tanto tempo prima.

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