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Il parco Sola Cabiati a Gorgonzola (MI)

by in Piante, giardini, parchi

 

Il parco di due ettari e mezzo è di forma all’incirca quadrata, circondato da due rogge e attraversato dall’Alzaia Martesana, il canale derivato dal fiume Adda che lo attraversa e forma un laghetto. L’effetto d’insieme è particolarmente suggestivo per la composizione degli spazi e l’accostamento degli alberi, che si mettono in risalto a vicenda grazie ai contrasti di colore e alle giuste proporzioni. Piccoli rilievi del terreno movimentano ancora di più il percorso lungo i sentieri che portano dalle zone dove la vegetazione è più fitta al grande prato luminoso. Già da lontano si vede la chioma a soffione dei bagolari, bella anche quando in inverno mancano le sue foglie seghettate, dalla lunga punta sottile. Contro il tono scuro dei sempreverdi spiccano i fusti chiari dei grandi platani, che portano alta la chioma. I tassi con le foglioline scure creano piccoli spazi intimi e fanno risaltare per contrasto gli altri alberi più movimentati. Gli eleganti faggi non mancano mai nei giardini di pianura, pur essendo tipici della montagna e fanno buona compagnia ai cinesi ginkgo dalle foglie a ventaglio. C’è la metasequoia, un genere d’albero che si credeva estinto e che invece è stato trovato in Cina una settantina d’anni fa e l’americano liriodendro che a maggio fiorisce di tulipani fra inconsuete foglie con quattro punte. I carpini hanno tronchi che sembrano fasci di muscoli e portano frutti simili a fiori di carta. Un notevole agrifoglio femmina si affaccia sul laghetto, sempreverde come l’alloro e il bosso, mentre i glicini stanno adagiati sulle volte dei ponticelli che attraversano i fossati. C’è anche l’ippocastano, c’è la farnia e c’è l’acero, tutti facilmente riconoscibili per le foglie molto diverse fra loro, oltre all’immancabile magnolia sempreverde, che apre i suoi grandi fiori bianchi per tutta l’estate e in autunno porta frutti vellutati da cui spuntano i semi rossi e lucidi.

 

 

Se al parco ci si viene in autunno, quando le foglie degli alberi decidui si colorano prima di cadere, vale la pena di fare il viaggio da lontano. In estate c’è molta ombra e molta acqua che lo rendono freschissimo e dunque quanto mai desiderabile.

Il giardino era in origine “all’italiana”, ma all’inizio dell’ottocento venne modificato “all’inglese”, passando dunque dallo stile geometrico con sempreverdi tipici del Mediterraneo allo stile romantico con alberi esotici e comunque decidui, per creare effetti di colore e di forma movimentati. Lo arricchivano in questo senso statue, finte rovine e grotte.

La villa tardo cinquecentesca, costruita per i signori di allora, i Serbelloni, ha preso il nome Busca Sola Cabiati dai proprietari successivi ed è tuttora abitata. Il parco è proprietà del Comune.

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