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Museo della seta di Abbadia Lariana (LC)

by in Musei della natura e dell'uomo

falena del Bombix mori

 

Vale la pena di visitare il Museo della Seta di Abbadia Lariana anche solo per quella macchina spettacolare, tutta di legno che è il suo torcitoio, simile a una giostra per i fili. E’ un castello di larice e castagno alto undici metri, che occupa quattro piani ed è radicato nella cantina di quello che è stato il filatoio, dove grandi ruote dai denti di durissima robinia, girano perché lui possa girare. Mille rocchetti di legno d’olivo sono mossi dalle cinghie di cuoio, così che il filo di seta si torca avvolgendosi sui supporti dove si formano le matasse. Adesso è l’energia elettrica a muoverlo, ma nell’ottocento era direttamente l’acqua di un torrente vicino che, cadendo su una grande ruota esterna, lo faceva lavorare giorno e notte. Nelle ore buie erano piccoli lumi ad olio fissati all’impalcatura a dare quel tanto di luce che bastava a controllare il lavoro della macchina costruita nel 1818, ma seguendo un modello di cui si erano trovati i disegni esecutivi già nel trecento a Lucca.

 

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Nelle altre stanze del museo ci sono oggetti utilizzati per il lavoro di controllo, di pesatura, di misurazione e di imballaggio. Quando i bozzoli venivano portati dai contadini che li avevano allevati, si dovevano riconoscere quelli in cui c’erano falene femmine, più pesanti perché già piene di uova. Se ne preservavano alcune insieme a qualche maschio che le avrebbe fecondate immediatamente per poi finire la sua vita poco prima della femmina, dopo la deposizione delle minuscole uova tonde. Tutti gli altri bozzoli venivano messi invece in uno stanzino caldissimo, impedendo loro di nascere e rompere il filo, lungo fino a tre chilometri.

 

valigetta coi colori in polvere

valigetta coi colori in polvere

 

Fra gli oggetti più interessanti c’è anche una valigetta piena di flaconi in vetro con le polveri che servivano a tingere il filo o il tessuto, realizzata altrove. Era soprattutto a Como, sull’altro ramo del famoso lago che, dopo l’unità d’Italia e per un secolo, si tesseva e si tingeva la seta in uniti e stampati di grande qualità anche grazie alla scuola specializzata che esiste ancora. Il telaio artigianale che si trova nel Museo della Seta è solo dimostrativo di quanto una persona può fare ancora oggi. Dietro l’edificio sono ancora al loro posto le due ruote ad acqua che servivano a muovere il torcitoio. Una è stata perfettamente restaurata. Infine, per chi ancora non conoscesse l’albero di gelso le cui foglie hanno sempre nutrito i bachi da seta, ne può vedere uno nel prato vicino all’uscita.

il sito del museo è www.museoabbadia.it

L’altro museo si trova a Garlate

Ai bachi da seta è dedicato in parte anche il Museo degli Insetti di Padova.

Gli oggetti che riguardano il commercio delle uova del baco da seta si trovano a Soncino (CR)

Belle visite da fare nei paraggi sono l’orrido di Bellano, Fiumelatte, col fiume più corto del mondo, la Valsassina con le sue montagne suggestive e i molti alberi monumentali della provincia di Lecco