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Nomi e storie che aiutano a capire

by in Arte e cultura, Piante, giardini, parchi

acanto fiori e foglie

 

I nomi di persone, animali, piante sono ormai astratti, lontani dalle loro origini che aiutavano a capirne il significato attraverso la conoscenza dei miti di religioni passate o ancora attuali, al loro riguardo. Ci possono piacere oppure no, ma le sensazioni e le emozioni, che pure sono fra i percorsi per avvicinarci a qualcosa o qualcuno, sono di scarsa utilità per quanto riguarda la comprensione. Comprendere guida il comportarsi, fa parte di quell’amore che si costruisce, alla fine dell’ebbrezza dell’innamoramento. E’ qualcosa di consapevole, di maturo, di evoluto, che ha bisogno della conoscenza per farsi.

Pochi di noi conoscono il latino o il greco antico, da cui derivano molte parole e nomi con cui sono indicate le piante e che ci danno su di loro informazioni fondamentali. Occorre quindi sapere le storie che gli antichi hanno inventato per spiegarne le caratteristiche.

L’acanto, da Akanthòs, spina, è una pianta che fiorisce a maggio, nota per le sue bellissime, grandi foglie dalle punte acuminate, prese a modello decorativo per i capitelli corinzi delle colonne, era una ninfa amata da Apollo, dio del sole, che non era corrisposto e aveva allora cercato di rapirla. Lei si era difesa graffiandolo e lui l’aveva trasformata in un fiore dalle foglie puntute, che rifugge il sole diretto, privilegiando luoghi ombreggiati e freschi.

Alla corte di Chloris, dea della primavera e dei fiori che noi conosciamo come Flora, viveva una ninfa di cui si erano innamorati i venti Zefiro e Tramontana. La dea, gelosa, aveva allora trasformato la bella nell’anemone, che inizia la sua fioritura nel mese tradizionalmente ventoso di Marzo. Il suo nome era Anemòs, che significa vento.

 

Narcissus poeticus – foto da Wikipedia di Daniel Pandelea

 

Figlio della ninfa Lirio e del dio fluviale Cefiso, il bellissimo Narciso di cui tutti si innamoravano senza mai essere corrisposti, era così insensibile da provocare la disperazione e la morte. Eros, dio dell’amore, per punirlo l’aveva condannato ad innamorarsi a sua volta di chi non l’avrebbe mai contraccambiato, cioè della sua immagine riflessa nell’acqua. A sua volta si era dunque ucciso per il dolore, annegandosi. Il suo nome Narkao, significa che produce stordimento, perché fiori di certi narcisi hanno un profumo forte e stordente, come l’innamoramento. I bulbi e le foglie sono velenose e mortifere.

La centaurea ha preso preso il nome dal centauro (in greco kéntavros) Chirone, mezzo uomo e mezzo cavallo, profeta, sapiente ed esperto guaritore che, colpito al piede da una freccia avvelenata, si era curato col succo della pianta.

 

frutti di edera

 

Al dio Dioniso, rappresentato a volte con corone d’edera in testa, erano dedicati culti in cui l’ebbrezza portava ai comportamenti più sfrenati e pericolosi. Temendo che l’amico Kissòs (che significa edera) si uccidesse nelle sue spericolate acrobazie durante i riti, l’aveva trasformato nella pianta simbolo di attaccamento e fedeltà e da sempre ritenuta efficace contro l’ebbrezza. E’ velenosa, seppure terapeutica per vari disturbi.