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Non c’è futuro senza perdono

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Il libro Non c’è futuro senza perdono di Desmond Tutu, pubblicato nel 2001, narra le vicende del Tribunale per la Verità e la Riconciliazione che nel 1994 l’allora presidente del Sudafrica Nelson Mandela l’aveva incaricato di sovrintendere. Dopo la fine dell’apartheid, infatti, c’era il forte rischio di una guerra civile, evitata grazie alla straordinaria lungimiranza di Mandela che aveva a cuore una reale, sincera se pur difficilissima riconciliazione fra quelli che erano stati nemici. Dovendo convivere e lavorare insieme fra bianchi e neri, era stato necessario fare tutto il possibile per mettere il concetto di “umanità” al primo posto nel giudicare le violenze commesse durante gli anni in cui tutti coloro che non erano di pelle bianca erano stati trattati legalmente nel modo più vergognoso e indegno. Dunque invece di processi del genere avvenuti a Norimberga verso i nazisti, si è voluto puntare sull’elaborazione, la presa di coscienza, il ripristino della dignità degli offesi quanto degli offensori. E’ stato un percorso di grande impegno e fatica, ma che ha dato buoni risultati e in questo libro vengono chiariti i punti ostici per la maggior parte delle persone riguardo alla messa in pratica di principi che troppo spesso vengono dichiarati e ben di rado messi in pratica in fatto di giustizia. E’ dunque un libro importante da leggere, perché anche se in misura minore, tutti ci dobbiamo confrontare con i soprusi e le violenze, con l’incomprensione e il rancore, che possono essere superati con l’aiuto di chi tratta l’argomento con profonda conoscenza. L’esempio del Sudafrica è stato tanto significativo da aver dato avvio in tutto il mondo a seri studi sul perdono, che consente di sciogliere le catene dell’infelicità di individui e popoli.

 

Un film di Clint Eastwood che illustra come Nelson Mandel ha applicato i principi descritti in questo libro è Invictus