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Piante che accumulano riserve d’acqua

by in Piante, giardini, parchi

Il bellissimo Ravenala madascariensis, detto palma del viaggiatore – foto da Etsy

 

Una caratteristica del deserto americano è quella di ospitare dei cactus anche molto grandi e longevi. Sono piante dall’interno spugnoso ma dalla superficie liscia e cerosa di colore verde, che compie la fotosintesi al posto delle foglie, trasformate in spine e addette alla difesa. Durante il giorno fa troppo caldo per aprire gli stomi necessari ad assorbire l’anidride carbonica da trasformare in linfa. Per questo la pianta assorbe l’energia solare e l’utilizza di notte. Anche i bei fiori di solito si aprono dopo il tramonto nel loro ambiente naturale dove sono fecondati da falene, pipistrelli e topolini, grazie a cui diventano saporiti frutti. Il cactus è molto frugale e attento a non disperdere che in minima parte l’umidità assorbita durante le rare piogge, immagazzinata nel fusto e nei rami per poterla utilizzare poco alla volta. Per questo il termine giusto per lui è “pianta succulenta” e non “grassa”. In caso di necessità, una persona che si trova in quell’ambiente può praticare un foro e bere l’acqua perfettamente potabile. Uno dei cactus di maggiori dimensioni è il saguaro Carnegiea gigantea dalla forma a candelabro, che può crescere fino a 12 metri, con una circonferenza di 3 metri e vivere 150 anni nel deserto sud dell’Arizona e del Sonora in Messico.

 

gruppo di saguari – foto da National Park Service

 

Il baobab Adansonia digitata, tipico delle zone asciutte dell’Africa, è l’albero dalla maggiore circonferenza del tronco, che arriva a trenta e più metri. Anche il suo fusto internamente è spugnoso, per poter immagazzinare grandi quantità d’acqua. I bei fiori li apre a testa in giù di sera, per farli impollinati dai pipistrelli, in modo che evolvano in frutti leggeri come meringhe, buoni e di sapore acidulo. E’ molto longevo e possiede tante virtù alimentari, curative e pratiche.

Nelle zone tropicali più umide si trova una bellissima pianta chiamata Palma del Viaggiatore, che non è una palma ma una parente della strelizia, le cui foglie somigliano a quelle del banano. E’ endemica del Madagascar di cui è simbolo vegetale e deve il suo nome all’accumulo d’acqua alla base delle foglie disposte a ventaglio, che il viaggiatore assetato può bucare per bere. E’ davvero bellissima ed il nome scientifico è Ravenala madascariensis.

Anche certi bambù tropicali contengono acqua potabile nelle cavità fra i nodi, che si mantiene fresca e trasportabile come dentro bottiglie sigillate, se si taglia la canna sopra e sotto i nodi del tratto che interessa.

 

palma cubana Colpothrinax wrightii – foto da monacotureenciclopedia.com

 

Nelle zone più secche e calcaree di Cuba c’è una palma con la pancia Colpothrinax wrightii detta in spagnolo palma barrigona, perché un rigonfiamento nel mezzo del fusto, dove accumula l’acqua di riserva per i periodi di siccità, le dà quell’aspetto curioso. Le piante che usano questa strategia, se coltivate in luoghi dove non è necessaria, spesso non la usano.

Sull’isola di Socotra c’è una pianta del genere Adenium, alta non più di quattro metri, dalle forme che somigliano a quelle di una persona fortemente obesa, anche a causa della corteccia liscia. In Madagascar ce n’è una simile, chiamata oleandro del Madagascar per i fiori rosa simili.