Pepe: vista sui tropici per una spezia
Il pepe più comune e più usato da noi fin dall’antichità è il seme di una liana legnosa e perenne originaria dell’India dal nome scientifico Piper nigrum. Il pepe verde, bianco o nero vengono dalla stessa pianta e il loro colore è determinato dal diverso grado di maturità e trattamento. Un tempo era molto costoso ed era stato usato come merce di scambio pari al denaro. Era impiegato anche come medicinale ma, pare, senza fondamento.
Simile nel sapore è il pepe lungo Piper longum, ancora usato in Nordafrica, India, Indonesia, Malesia.
Un altro tipo di pepe, chiamato pimento, viene dalla Giamaica e il suo nome scientifico è Pimenta dioica. Assomiglia al pepe ma è un albero e il gusto dei suoi frutti è un misto di chiodi di garofano, cannella e noce moscata. Pare che lo si usi molto ancora in Polonia e in Palestina, oltre ad essere decisamente popolare nella cucina caraibica, dato che è prodotto in Giamaica, Honduras, Guatemala e Messico. Negli USA aromatizza i dolci e in Gran Bretagna i pancake. Nel mondo è l’ingrediente raffinato di varie bevande. Un uso inconsueto è quello come deodorante, che dicono fosse messo negli stivali dei soldati russi nel settecento.
C’è poi il falso pepe, un bell’albero decorativo che tollera anche il clima italiano dal nome scientifico di Schinus molle, originario di Bolivia, Perù e Cile. Le sue bacche sono conosciute come pepe rosa, dalle proprietà medicinali e forse utilizzabile in alternativa ai pesticidi.
Il cubebe Piper cubeba è un’altra liana rampicante originaria di Giava e Sumatra, che fornisce un pepe aromatico usato nella pasticceria marocchina e nel mondo per aromatizzare le sigarette.
Il Piper aduncum, conosciuto anche come matico, è un alberello che vive nell’America centrale e meridionale, le cui foglie sono utilizzate per guarire le ferite, applicandole direttamente in loco. Dai fiori di forma tubolare ricurva, che danno frutti in grani, viene il nome scientifico.
Infine c’è l’albero della Terra del Fuoco chiamato canelo, il Drymis winteri dai poteri fortemente antisettici e dall’aroma talmente intenso da far bruciare gli occhi quando si è in un boschetto di soli canelos. Oltre ai suoi semi si può usarne la corteccia triturata.
Un articolo sul pepe rosa, detto anche falso pepe è qui