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Piante velenose

by in Piante, giardini, parchi
calla da giardinaggio.org

calle. foto da giardinaggio.org

 

Ci sono varie piante velenose, ma quello stesso veleno è medicina se somministrato in dosi opportune per casi particolari. Fra gli alberi c’è il tasso, un sempreverde straordinariamente resistente, che cresce con lentezza anche all’ombra di altri alberi, sopporta stoicamente le potature, vive anche duemila anni ed ha un legno durissimo ma elastico. Ha sessi distinti e le femmine, in autunno portano i piccoli frutti rossi, gli arilli, la cui polpa è l’unica parte commestibile per tutti. Gli uccelli li mangiano e inghiottono anche il seme senza pericolo, perché passa quasi indenne attraverso il loro corpo per essere espulso l’indomani. Trova così un terreno lontano dalla madre, con una possibilità di germogliare. Il veleno del tasso è molto utile per combattere il cancro del seno.

Il bosso, alberello sempreverde, longevo, dalla lentissima crescita e dal legno altrettanto duro del tasso se non di più,riconoscibile dal caratteristico odore, è così resistente da essere usato per siepi e bordure, potato in continuazione senza problemi. E’ intriso del veleno mortale chiamato buxina, che usato in dosi adeguate è capace di purificare persino dalla malaria, pare.

L’oleandro è un altro sempreverde resistentissimo che fiorisce in rosa, bianco, giallo, rosso durante tutta la bella stagione e ha per frutti dei baccelli color tabacco al cui interno i semini velenosissimi sono dotati di un ciuffetto di peli, utili per trasportarli col vento verso nuovi terreni.

Il lauroceraso è un bel sempreverde dalle foglie lucide e dalle infiorescenze bianche e profumate a pannocchia, che diventano bacche nere dai semi velenosi. Le foglie sono particolarmente tossiche, ma anche curative. C’è chi lo chiama lauro, creando confusione con l’alloro che, invece, è innocuo.

Il maggiociondolo, che cresce in montagna e assomiglia nei fiori gialli alla robinia, è molto velenoso. Nella robinia sono solo i semi ad esserlo.

La sempreverde americana tuja, chiamata albero della vita ha ottime qualità curative ma è anche tossica.

I noccioli del ciliegio, della pesca, dell’albicocca contengono veleno mortale

I tuberi della manioca, che sono il cibo più diffuso nell’America Latina, sono velenosissimi fino a che non li si bonifica sbucciandoli e immergendoli in acqua più volte.

 

digitale, foto da wikipedia

digitale, foto da wikipedia

 

Anche i  semi delle cicadine, piante erbacee simili alle palme, sono sempre stati mangiati ma solo dopo aver tolto loro il veleno con ripetuti lavaggi.

La bellissima digitale, il giusquiamo, la belladonna, lo stramonio, tutti appartenenti alla famiglia delle solanacee, sono allucinogene e possono portare fino alla morte, ma sono anche curative in opportune dosi.

Il mughetto tanto bello e deliziosamente profumato è utile al cuore ma mortale se ingerito incautamente.

Il ciclamino non è da meno. L’elleboro, la ginestra soprattutto nei fiori e nei semi, i narcisi nei bulbi, la peonia anche nei fiori e nei semi, il rododendro in ogni parte, il latice della stella di Natale, il tulipano.

La calla, bellissimo fiore di origine africana, è mortale soprattutto nel frutto rosso, ma anche nei magnifici fiori bianchi e il resto della pianta rizomatosa.

I semi del ricino, da cui si ricava l’olio utile come purgante, sono tossici.

 

mughetti, foto da giardinaggio.it

mughetti, foto da giardinaggio.it

 

L’edera, utile per abbellire i capelli e combattere la cellulite con uso esterno, è veleno se ingerita.

La cicuta è servita a Socrate per morire serenamente.

L’artemisia che cresce abbondante lungo le strade serviva a produrre l’assenzio, bevanda che ha virtù curative ma, bevuto smodatamente come era in uso nell’ottocento, è mortale.

La linfa dei ranuncoli, le drupe di agrifoglio, le foglie di pruno selvatico sono pericolose.

La Cerbera venenifera che cresce in Madagascar, agisce sul cuore ed era usata fino all’ottocento per giustiziare gli assassini.

 

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