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Alberi monumentali dell’Emilia/Romagna, provincia di Ferrara

by in Alberi Monumentali, Emilia Romagna

ginkgo di Ferrara

Nel giardino della biblioteca ariostea di Ferrara, dove un tempo si trovava l’orto botanico, splende un GINKGO BILOBA della probabile età di 140 anni, anche se la sua mole ne fa immaginare di più. La circonferenza del tronco è di circa 5 metri e l’altezza di 20. Si è potuto sviluppare tanto per la mancanza di concorrenza e la posizione protetta. E’ uno degli alberi più antichi della terra, arrivato a noi dall’epoca giurassica insieme alle cicadine, l’araucaria, la welvitschia. E’ di origine asiatica, con le foglie a ventaglio che in autunno diventano di un meraviglioso giallo. Ha sessi distinti. Questo è maschio. Le femmine portano frutti simili a piccole prugne di un rosa perlaceo.

Nel parco Massari di Ferrara, a metà ottocento erano stati piantati gli alberi per trasformare il parco all’inglese, modificando la struttura all’italiana precedente. Risalgono ad allora i molti TASSI, di cui 20 davvero grandi. Per alberi dalla lenta crescita come loro, è un buon traguardo. Da lontano si possono confondere con degli abeti, ma vari tratti li distinguono. Anzitutto il tronco che tende ad avvitarsi ed ha una scorza leggera, sotto la quale si vede il legno che tende al violaceo. Le femmine, in autunno sono bellissime, tutte ornate dei loro arilli (frutti) rossi, del diametro di 5 mm. I BOSSI presenti, essendo arbusti appaiono piccoli, nonostante l’età. Hanno un legno anche più duro di quello dei tassi. Fra i CEDRI DEL LIBANO ce n’è uno che, essendosi inclinato verso la strada, fa un effetto scenografico.  IL COMUNE SI E’ IMPEGNATO A SOSTITUIRE, A GENNAIO 2012, LA STRUTTURA CHE STRANGOLA L’ALBERO

A Cento, in via Ugo Bassi, 45, nel cortile di un oratorio, 2 GELSI DA CARTA di forse 300 anni sono l’unica testimonianza di un passato che si intuisce nel grande portone di legno a due battenti. Il gelso di destra, guardando verso la strada, ha una circonferenza di circa 5 metri nel tronco tormentato ed obliquo, cavo e suggestivo. Questo tipo di gelso ha foglie di due forme diverse sullo stesso albero come i gelsi da more. La parte più interna della corteccia era usata in Cina fin dall’antichità per farne carta. L’albero ha sessi distinti, è molto frugale e, grazie al suo fitto fogliame ruvido e peloso, era usato per alberature stradali.

Al numero 1 della stessa via, nel giardino di una scuola, una grossa SOPHORA JAPONICA ed una ROBINIA si vedono attraverso la recinzione coi loro grossi tronchi ed il fitto, bel fogliame simile. La robinia ha le foglioline ovali e la sophora appuntite, ma entrambe sono pennate e delle stesse dimensioni.

A Campotto, appena dentro il giardinetto di una ex scuola elementare di inizio novecento, ci sono 2 GELSI NERI della possibile età di 150 anni. Il tronco ha una circonferenza di oltre 4 metri. Anche le foglie di questi gelsi nutrivano i bachi da seta. I frutti, simili a lunghe more molto scure, macchiano molto ed oltre ad essere mangiati, servivano dunque anche da inchiostro. I vecchi alberi, però, non ne fanno più.