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Tempio voltiano, museo dell’elettricità

by in Musei della natura e dell'uomo

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Visitare un museo che espone gli strumenti antichi, usati da chi faceva i primi passi nella conoscenza sperimentale dei fenomeni naturali, è una possibilità impagabile per comprenderne le basi in un modo che si potrebbe definire artistico. Gli oggetti che si usavano nei secoli scorsi, fatti di vetro, legno e metallo, sono molto belli e potrebbero essere scambiati per poetiche creazioni contemporanee, come succede visitando il pianterreno del Tempio Voltiano di Como. Il grande scienziato comasco Alessandro Volta (1745-1827) che ha inventato la pila, ha costruito per i suoi studi e per le sperimentazioni, molti oggetti custoditi nelle vetrine dell’edificio che è anche il suo mausoleo.

 

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elettrometro condensatore a paglie

 

 

 

Come produrre elettricità statica lo si sapeva anche al tempo degli antichi greci, che avevano notato quanto, strofinando un pezzo d’ambra gialla con un panno di lana si creasse una forza capace di attrarre piume o altre cose leggere e far scoccare scintille. Elettricità viene infatti da électron, il termine greco per ambra. Che certi animali producessero scariche elettriche, come fa la torpedine era altrettanto noto, ma era stato Volta a ottenere lo stesso risultato mettendo in comunicazione umida due metalli diversi, come rame e zinco, così che il passaggio di elettroni dall’uno all’altro producesse energia. Vediamo così i vari tipi di pile, chiamate in questo modo perché le prime erano fatte di dischetti impilati, come si osserva anche in quella che aveva come contatto umido, del miele. Dal seicento esisteva l’apparecchio per produrre elettricità statica, con cui si caricavano le bottiglie di Leyda che erano in grado di conservarla.

 

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paragrandine

 

Era l’epoca in cui si faceva una conoscenza più approfondita con i gas infiammabili come il metano, che Volta aveva catturato dalle esalazioni paludose ed era riuscito a bruciare per primo in un recipiente chiuso con una scintilla elettrica. Lavoisier aveva identificato l’ossigeno come fondamentale nella respirazione e aveva capito che l’idrogeno, bruciando produceva acqua. Nelle teche del museo si vedono gli oggetti usati per alcuni gli esperimenti di combustione. Benjamin Franklin aveva studiato i fulmini e inventato il parafulmine. Si erano scoperti gli effetti dell’elettricità sulla formazione della grandine e possiamo vedere qui un paragrandine, fatto di una pertica da sporgere da una finestra durante un temporale, per abbassare l’elettricità nell’aria grazie alla fiamma dentro una lanterna alla sua estremità.

Con l’aiuto di una piccola guida si possono comprendere, oltre che ammirare, i begli oggetti che testimoniano gli importanti passi compiuti da Volta e dagli altri studiosi della sua epoca per portarci nella modernità. Nel loggiato superiore si seguono gli aspetti biografici dello scienziato e da lì ci si rende meglio conto anche della bellezza dell’edificio, progettato dall’arch .Federico Frigerio e terminato nel 1927, che richiama lo stile neoclassico in voga all’epoca della prima pila.

 

Il sito del museo è www.alessandrovolta.info