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Carrubo di Pietra Ligure (SV)

by in Piante, giardini, parchi

Carrubo monumentale di Pietra Ligure

 

Qui dove un clima da Sud fa prosperare gli olivi, si sono installati anche i carrubi in associazione con loro, per quelle affinità che rendono più piacevole e meno difficile la vita. Così, fra il verde argentato spicca ogni tanto una cupola di foglie più scure. Nonostante questi alberi diano frutti che in passato sono stati molto utilizzati come cibo, foraggio e medicina, in Liguria li si accoglie volentieri per la bellezza e l’ombra, lasciandone alla Sicilia il primato della coltivazione per scopi alimentari.

Negli uliveti confinanti, ben due degli alberi mediorientali da secoli naturalizzati in Italia, sono diventati tanto grandi ed accoglienti da offrire rifugio sotto di loro a molti commensali riuniti per i pranzi festosi.

Due volte centenario, il carrubo del podere non recintato è una femmina ed in autunno i suoi baccelli ricurvi color cioccolato, di cui hanno una vaga somiglianza nell’odore, nel sapore e nell’uso, pendono numerosi sotto la chioma. Al contrario della maggioranza degli alberi, che fa sbocciare i fiori al sole, il carrubo li nasconde. Sono fra i meno attraenti, fecondati dagli insetti che aiutano il vento a trasportare il polline dai maschi alle femmine. Ci vogliono ben undici mesi perché i frutti maturino, così che insieme a loro si possono vedere i nuovi fiori. I baccelli chiamati pane di San Giovanni, fave di Pitagora, fico d’Egitto, contengono una polpa nutriente e semi durissimi, piatti e così regolari che nell’antichità servivano ai gioiellieri come unità di misura: i carati. Nella loro qualità di leguminose, i carrubi nutrono il suolo depositandovi l’azoto catturato nell’aria dalle foglie e fatto scendere fino alle radici.

 

Foglie e infiorescenze di carrubo

 

Sono alberi davvero frugali e generosi, che si sanno difendere meglio di altri anche dagli incendi e con le foglie sempreverdi offrono un fresco riparo dal sole estivo a chi lavora nei campi.

Per raggiungerlo, a Pietra Ligure prendere la strada che porta all’autostrada e, prima di iniziare la salita, sulla sinistra si vedrà il campeggio dei Fiori. Qualche metro prima c’è la via Felice Cascione. La si percorre per un chilometro circa, inoltrandosi fra gli uliveti, fino a che si trova una sbarra. In quel punto c’è una bella QUERCIA e, continuando, sulla sinistra si trova un cancello che chiude una recinzione dentro cui si vede emergere al di sopra degli ulivi un CARRUBO di 200 anni A meno che ci sia il proprietario per consentire la visita, proseguire qualche decina di metri fino a che, sulla destra, se ne vede un altro, coetaneo ed altrettanto bello, anche se un poco più piccolo. Ha comunque due tronchi dalla circonferenza di due metri ciascuno ed un’amplissima chioma.

 

frutto e semi di carrubo

 

Questo articolo è tratto dal mio libro ALBERI MONUMENTALI D’ITALIA

Segnalo bei  carrubi in provincia di Brindisi e di Ragusa

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