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Il museo degli orsanti (PR)

by in Italia inconsueta, Musei della natura e dell'uomo

Cartolina_orso_Museo_Gli_Orsanti

In un’epoca in cui gli esseri umani erano molto spesso trattati come schiavi, umiliati e costretti a vite di stenti, comportarsi anche peggio con un animale doveva sembrare normale. Così, già nel settecento, per sfuggire ad un’esistenza di miseria, gli uomini che vivevano sull’Appennino fra Emilia e Liguria nella val di Taro, avevano trovato il modo di guadagnarsi da vivere, viaggiando per l’Italia e l’Europa con cani e pappagalli, scimmie, cammelli e orsi ammaestrati, coi quali facevano piccoli spettacoli. Lo avevano imparato probabilmente da genti balcaniche, dalle quali comperavano anche gli animali. Insegnare a una scimmietta dei giochi divertenti poteva assecondare la natura curiosa dell’animale, ma farlo con un orso, che pesava anche trecento chili e con una zampata poteva uccidere, doveva essere ben altra cosa. Dicono che lo condizionassero con le torture, ma certo qualcuno sarà stato capace di ammaestrarlo fin da piccolo, premiandolo per i comportamenti che gli si volevano far tenere.

Nel Museo degli orsanti che era a Compiano, in val di Taro (PR) e adesso è a Vigoleno, si documenta la vita di quegli uomini che partivano a piedi, qualche volta con un carretto, insieme agli animali e andavano in tutti i Paesi d’Europa, persino in Russia intrattenendo la gente sulle piazze con dei numeri di destrezza, con musica e canti, soprattutto durante le fiere. Ciò che più attirava era, però, la lotta con l’orso, che terminava con la vittoria immancabile dell’uomo, nonostante la sua forza ben inferiore. Spesso l’orsante era accompagnato anche da un bambino, che gli serviva da garzone e, data la mentalità di quell’epoca, in cui anche i piccoli erano costretti a lavori pesanti, ci si può immaginare che raramente fossero trattati con umanità. Spesso, uomini e bambini restavano lontani per anni dalle loro famiglie e qualche volta riuscivano a far fortuna. Era una professione che si tramandava ai figli e che poteva espandersi fino alla complessità di un circo. A causa del comportamento truffaldino di qualcuno, la cattiva reputazione di questa categoria si associava a quella dei birbanti, falsi religiosi che venivano principalmente dalla valle Surla e dalla val di Vara, sul versante ligure e che ottenevano o estorcevano denaro e cose ai devoti..

 Il sito del Museo degli Orsanti è www.museogliorsanti.it

 Anche in provincia di Parma ci sono alberi monumentali che vale la pena di vedere.

Un film molto bello sugli orsi è L’orso, di cui trovate la recensione sul sito.