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Merito e demerito

by in Umanità
maschera azteca

maschera azteca

 

Buona parte dei problemi del mondo dipendono dal fatto che chi ha posti di prestigio o di responsabilità, in molti casi non è affatto la persona più adatta al compito, ma quella che ha saputo meglio accattivarsi la simpatia,  il consenso o sfruttare privilegi. La popolazione se ne lamenta, tutti ne parlano male, ma ben pochi si rendono conto che l’approvazione degli immeritevoli è avvenuta con gli identici criteri di scelta seguiti da chi li deplora. Questo perché istintivamente la gente preferisce fare la cosa più facile e seguire chi ha amicizie che contano, invece di chi sa fare cose che contano. Sceglie qualcosa che non impegna, anziché prendersi delle responsabilità. Crede alle promesse che lusingano, invece dei fatti che incidono. Questo anche perché si tende a fare la minor fatica possibile. E’ un buon criterio in linea di massima, ma fa commettere molti errori. Chi non è allenato a valutare e distinguere di volta in volta cosa sia meglio fare, perché si lascia distrarre da troppe cose e non ha l’abitudine di approfondire, rischia di cadere in questa trappola e di influenzare gli altri nello stesso senso.

E’ un condizionamento sociale fortissimo che si può vincere solo facendo lo sforzo mentale di chiedersi le vere ragioni delle proprie azioni e chiarendosi gli scopi, invece di auto-ingannarsi e ingannare con scuse banali. Eppure è partendo da qui che si può cominciare a premiare il merito e a cambiare una situazione che danneggia tutti.

Ad esempio, molti rimandano a “quando avrò più tempo” la lettura di libri, la visione di film e di qualsiasi altra cosa dai contenuti che richiedono attenzione, senza rendersi conto di eliminarli, di fatto, perché “più tempo” si ha se ci si impegna per averlo, eliminando ciò che è meno importante. Ciascuno ritiene che sia cosa da poco il proprio comportamento negligente, senza rendersi conto che è lo stesso di milioni di persone, portate dalla stessa corrente mentale.

Se ognuno facesse lo sforzo di coltivare la propria consapevolezza, contribuirebbe a creare una società attenta alla qualità, anziché all’apparenza che nasconde il nulla o addirittura il guasto. Come si può pretendere che chi ha potere se ne occupi, se la popolazione non lo spinge dimostrando davvero di avere criteri diversi? E come si può pensare di incidere sulla società, se ognuno aspetta che sia qualcun altro a cominciare?