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Piante magiche

by in Piante, giardini, parchi

verbasco

 

In passato le tante virtù delle piante, di cui molte sono medicinali o commestibili, le avevano fatte credere magiche, come tutto ciò di cui non ci si sapeva spiegare il funzionamento. Erano dunque rispettate e anche temute, a volte venerate. Negli alberi si credeva vivessero delle ninfe, le amadriadi, e nei boschi c’erano luoghi di culto dedicati a loro, alle fonti, a ciò che suscitava meraviglia per le sue incantevoli manifestazioni. La religione cristiana ha cercato in tutti i modi di distruggere il culto delle piante e dei fenomeni naturali, finendo col far dimenticare l’enorme debito che l’umanità ha nei loro confronti. San Francesco è stato il più importante fra quelli che invece onoravano la natura, sentimento a cui arriva chi sa guardarla, la conosce e cerca di capirla. Negli ultimi decenni la scienza ci ha dato le prove della sensibilità e intelligenza delle piante, piena di sorprese. E’ dunque la consapevolezza, invece della fede, che oggi può guidare verso un rispetto e un’attenzione che ripagano già solo nel metterli in atto. E’ molto più gratificante sapere di avere a che fare con esseri viventi sensibili che con degli oggetti da sfruttare!

PIANTE ERBACEE

L’achillea dai corimbi di piccolissimi fiori chiari, sempre e ovunque presente nei prati estivi, ha molte virtù che vale la pena di verificare: poche delle sue foglioline che sembrano fatte di pizzo, accelerano la decomposizione del compost e le secrezioni delle sue radici attivano la resistenza alle malattie nelle piante vicine, potenziando quelle medicinali e intensificando il profumo di tutte. E’ un potente cicatrizzante, conosciuto già ai tempi dell’eroe Achille, che se ne era servito per guarire il re Telefo. I druidi consideravano magici i suoi steli dalle fibre resistenti che usavano per fare previsioni meteorologiche, mentre i cinesi se ne servivano per la consultazione dell’I ching.

L’aneto, ombrellifera dai fiori gialli e dalle foglioline filiformi come quelle del finocchio, si usava nella vigilia di san Giovanni contro le stregonerie e i maghi lo usavano negli incantesimi, mentre gli inglesi emigrati in America chiamavano i suoi semi “da riunioni” perché li davano ai bambini per tenerli buoni durante i lunghi sermoni. Sono infatti aromatici e calmanti, anche del singhiozzo.

Il bulbo dell’aglio, che protegge da molte malattie, si riteneva facesse da scudo contro i vampiri. Di certo il suo odore che si diffonde anche attraverso la pelle, allontana chi non ne fa uso.

L’artemisia bruciando scacciava spiriti maligni

Il basilico, originario delle zone calde di Africa e Asia, ad Haiti è sacro alla dea dell’amore Erzulie ed è tenuta come talismano, mentre i messicani ne portano in tasca delle foglie per attirare i soldi e far tornare l’amata.

 

fiori di cicoria

 

L’amara cicoria che giova alla digestione e disintossica, era molto apprezzata anche alla tavola degli antichi romani nei loro banchetti. In estate fiorisce abbondantemente lungo le strade coi suoi bei fiori azzurri, che danno grazia ai luoghi più negletti. Si riteneva che la radice di questa pianta fosse magica e permettesse di diventare invisibili e invulnerabili, spezzando incantesimi.

L’aromatico cumino, ombrellifera dai piccoli fiori bianchi e foglie filiformi corte, usato fin dai tempi più antichi un po’ ovunque, era ingrediente dei filtri d’amore perché si riteneva che impedisse le separazioni. Di sicuro i suoi semi aiutano la digestione, profumano l’alito ed alleviano le flatulenze. Gli allevatori di piccioni viaggiatori ritenevano che se a quegli uccelli veniva dato mangime con farina di semi di cumino, diventava impossibile che si perdessero.

La felce si riteneva favorisse la chiaroveggenza e rendesse invisibili, probabilmente perché un tempo non si era capito che si riproduce con le spore e restavano invisibili dunque fiori e frutti. Contiene molto potassio, tanto che con la cenere di felci bruciate, in Irlanda si faceva la potassa per lavare i panni. Ma il potassio stimola anche le capacità cognitive, dunque la chiaroveggenza ha qualche piccolo aggancio.

Il finocchio selvatico, ombrellifera dai fiori gialli e foglie filiformi dall’effetto piumoso, ha molte proprietà curative ed era sacro agli antichi Anglosassoni per i suoi effetti contro le forze maligne.

L’eupatoria agrimonia dai fiorellini gialli che profumano di albicocca, era ritenuta dai Sassoni magicamente efficace contro tutti i mali.

L’iperico, detto anche Erba di San Giovanni perché la sua massima fioritura avviene intorno al solstizio d’estate e alla festa del santo, ha molte proprietà medicinali, tra cui quelle anti-depressive e si riteneva capace di allontanare gli spiriti maligni. Per questo lo si metteva sopra le immagini sacre appese al muro. Ha fiori gialli dai lunghi stami e foglie oblunghe che in controluce appaiono bucherellate.

Al marrubio, pianticella lanuginosa, si attribuiva la capacità di rompere gli incantesimi

La profumata olmaria, pianticella dai piccoli fiori giallo chiaro e foglie che ricordano vagamente quelle dell’olmo, era sacra ai druidi come il vischio, la verbena (che si usava per le profezie) e la menta d’acqua

 

frutto della peonia

 

La peonia era creduta capace di scacciare gli incubi notturni.

La pervinca, dalle profonde radici utili a consolidare il suolo, è stata chiamata violetta dei maghi (ma anche del diavolo) perché usata nei filtri magici contro le forze maligne. Ha buone proprietà medicinali.

I sumeri consideravano sacro il papavero, da cui si ricavano oppio e morfina

La salvia era venerata dai romani che la coglievano seguendo un rituale

Il semprevivo, pianta succulenta con foglie disposte come petali di rosa, che cresce spontaneamente sui tetti, era ritenuto dono di Giove per proteggere dalla stregoneria, da tuoni, fulmini e incendi

Il fiore arancione odoroso del tagete era sacro ai popoli andini perché proteggeva le patate, dai parassiti. I tuberi, di tantissime varietà, dimensioni e sapori, erano il loro cibo principale.

Si riteneva che il timo facesse vedere le fate

Il verbasco che fiorisce in giallo all’inizio dell’estate sui lunghi steli e con grosse foglie pelose era stato usato da Ulisse come talismano per impedire a Circe di trasformarlo in maiale come i suoi compagni.

Il vischio, pianta parassita i cui semi avvolti nella sostanza appiccicosa delle bacche bianche traslucide, vengono depositati dagli uccelli con le feci sui rami degli alberi, ha bisogno della luce per affondare le sue radici nel legno, mentre tutte le altre piante hanno bisogno del buio per attecchire nella terra. Era sacro ai druidi celti, soprattutto se cresceva su una quercia, albero caro al dio del tuono Thor quanto a Giove e Zeus. Il vischio veniva tagliato con un falcetto d’oro e non si lasciava cadere a terra. Con le sue foglie sempreverdi curavano molti mali perché questa pianta velenosa ha numerose proprietà curative.

 

sorbo degli uccellatori

 

ALBERI E ARBUSTI

L’alloro dalle foglie fortemente aromatiche usate in cucina, erano bruciate dalle profetesse di Apollo per purificare la mente nel loro fumo, prima di vaticinare.

In Irlanda si credeva che il biancospino appartenesse alle fate e dunque chi lo abbatteva era colpito da disgrazie.

L’albero di noce era ritenuto magico e preferito dalle streghe che si riunivano sotto i suoi rami. Pare che i fulmini non lo colpiscano perché le sostanze volatili emesse dalle sue foglie abbassano la conducibilità elettrica dell’acqua durante i temporali. Queste sostanze scoraggerebbero anche la crescita di altre piante nelle sue vicinanze.

Il nocciolo avrebbe la proprietà di sentire l’acqua sotterranea e dunque un suo ramo biforcuto tenuto fra le mani di un rabdomante si dice che vibri quando “sente” una vena d’acqua, da raggiungere scavando un pozzo.

Il sambuco dalle innumerevoli qualità medicinali, commestibili e pratiche era ritenuto magico per questo. Il flauto magico era fatto di sambuco.

Il sorbo proteggeva dalle streghe e dalla cattiva sorte. I druidi incidevano le rune sul suo legno. Nel Galles piantavano il sorbo vicino ai cimiteri per garantire l’eterno riposo ai morti.