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Sabbioneta, città ideale del Rinascimento (MN)

by in Arte e cultura

interno del teatro di Sabbioneta

 

All’età di venticinque anni il Duca Vespasiano Gonzaga, parente dei regnanti di Mantova, era rientrato dalla Spagna dove il futuro re Filippo II lo aveva educato alle arti e alla guerra. I risultati si sarebbero visti a Sabbioneta, un luogo che fa intuire quanto dovesse alla sabbia portata nel corso dei millenni dai vicini fiumi Oglio e Po, che poco più a sud si incontrano. Li Vespasiano Gonzaga aveva costruito la sua città ideale moderna, razionale ma anche rispettosa dei valori umani dell’arte e della filosofia. L’aveva racchiusa fra mura di mattoni con sei baluardi e altrettanti terrapieni, circondata da un fossato come si faceva allora. Entrando in città dall’ingresso principale aveva voluto il Palazzo Giardino, dedicato allo svago e allo studio, dove le pareti erano decorate ad affresco con immagini di antichi dei, leggende e uomini illustri. Quelle figure sarebbero state la testimonianza della sua cultura classica e gli avrebbero ricordato i valori a cui si sarebbe sempre ispirato. Porte e finestre si aprivano anche verso un giardino all’italiana, geometrico, con sempreverdi modellati a siepi squadrate, come segno del dominio della ragione umana sull’esuberanza della natura. Al nobile edificio era stata collegata una lunga galleria, riconoscibile facilmente sopra il loggiato di mattoni che fa pensare ad un acquedotto romano, come allusione al flusso della cultura antica rappresentata nelle sale superiori, che vi scorreva e dava vita degna alla città. Nella sala decorata con affreschi che simulavano architetture e stemmi, erano esposte opere antiche, che però da tempo sono ormai finite a Mantova o in Austria.

 

Affreschi della galleria

 

E’ però il teatro all’antica, realizzato dall’allievo di Palladio, Vincenzo Scamozzi, ad avere la decorazione più originale. Era stato costruito negli ultimi anni di vita del duca, verso la fine del secolo, dopo il ben più grande Teatro Olimpico di Vicenza. Erano entrambi una novità, perché gli spettacoli di corte si svolgevano nelle sale dei palazzi e quelli per il popolo si tenevano nelle piazze. Gli antichi teatri greci e poi romani che facevano da modelli erano costruiti all’aperto, con gradinate disposte a semicerchio per far sedere gli spettatori e una scena fissa con architetture sullo sfondo, dove recitavano gli attori. A Sabbioneta il pubblico sedeva sulle panche di legno, mentre al duca era riservata la loggia semicircolare dietro di loro, dove le statue di divinità dell’Olimpo sopra il colonnato, le figure di imperatori romani affrescati sulla parete in fondo e i busti delle nicchie, avevano il compito di avallare con la loro presenza, quella del duca.

 

Scena fissa del teatro

 

Nonostante i tanti rimaneggiamenti e danni nel tempo, i restauri hanno ridato al teatro almeno una parte della bellezza originaria e saltuariamente vi si tengono ancora spettacoli per un pubblico di novantanove spettatori, collocandolo con i teatri di Vetriano, di Montecastello di Vibio, di Pieve di Teco, fra i più piccoli del mondo.

Si arrivava infine al Palazzo Ducale, sede giudiziaria e amministrativa della città, dove i busti di imperatori romani erano nelle nicchie della facciata, a significare le capacità governative di chi vi lavorava. Le sale interne sono ormai vuote, tranne quella in cui quattro statue in legno di cavalieri in armatura, tra cui lo stesso Gonzaga, ricordano un glorioso passato.

La sinagoga è l’edificio più recente e modesto, realizzato nel 1824 e restaurato da alcuni anni dopo un lungo periodo di abbandono.