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Strumenti musicali dalle piante

by in Arte e cultura, Piante, giardini, parchi

arpa del Madagascar fatta di bambù gigante chiamata valiha – foto da Pich et Boch

 

Il flauto semplice e il flauto di Pan, che sono fra gli strumenti musicali più antichi europei erano realizzati con i fusti cavi della canna palustre Arundo donax o con il bambù. Antic,o tradizionale e ancora usato nelle montagne svizzere per comunicare a distanza è il corno alpino, che si scava nel legno di abete o di larice, mentre le piccole nacchere popolari nell’Italia del sud, adesso fatte di legno duro, in origine erano gusci di noci uniti da un filo di lana.

In America centro-meridionale, ma anche in Africa, c’è lo strumento che nell’antichità si usava per i riti propiziatori della pioggia, ricavato da uno dei bracci del cactus a candelabro conosciuto come saguaro o cactus capado, che cresce nelle zone desertiche. Una volta disseccato si conficcavano verso l’interno le sue stesse spine, si inserivano pietruzze o conchiglie e lo si sigillava, per poi agitarlo in modo da evocare lo scrosciare dell’acqua. Adesso è fatto anche con la zucca lagenaria e tanti altri materiali.

 

saguaro, da cui si ricava il bastone della pioggia – foto da Cactus lovers

 

Le maracas che si scuotono sono fatte con zucche legnose di Lagenaria siceriana seccate, dentro cui si mettono semi, pietruzze o altro. Il chegueré che si agita è fatto con la zucca lagenaria più larga e rivestita di una rete di perline colorate mentre il guiro utilizza lo stesso frutto legnoso con incise profonde tacche su cui si fa scorrere un bastoncino di legno.

La clave, che serve a scandire il ritmo in America latina battendo uno sull’altro due corti bastoni di legno molto duro, utilizza spesso quello di Guayacum officinale, detto guayacàn.

In Brasile si usa ancora un curioso strumento di origine africana, importato dagli schiavi, che si chiama caxixi ed è simile a una campana di vimini con un manico, chiusa in basso dal legno di zucca Lagenaria, con semi o conchiglie all’interno. Si tiene un caxixi in ogni mano e si scuote durante la capoeira o per musiche tradizionali quanto moderne.

Le stesse origini africane sono riconosciute nell’arco fatto col legno di un albero da frutto tropicale, la Rollinia mucosa detta berimbau, che in fondo ha una zucca lagenaria.

 

water drum – foto da Jamtown

 

In Africa la calebasse, grossa zucca che cresce anche direttamente sui tronchi dell’albero Crescentia cuijete, serve da cassa di risonanza per l’arpa luito chiamata kora, per lo xilofono simile alla marimba, con i listelli in palissandro, e per il tamburo d’acqua meglio noto come water drum.

Lo strumento a fiato più celebre dell’Australia, il dijeridoo, è fatto con un ramo di eucalipto ben diritto e lungo fino a due metri e mezzo, svuotato all’interno dalle termiti.

L’arpa del Madagascar, la valiha, è fatta invece con un fusto di bambù gigante Phyllostachis edulis, che cresce anche di un metro al giorno, fino a raggiungere in due mesi i venticinque metri di altezza e poi fermarsi.

Il corpo degli strumenti europei si costruisce con legni stagionati fino a 15 anni, in gran parte di abete rosso della val di Fiemme, di acero dei Balcani e di tiglio, ideali nell’esaltare il suono. Per le parti accessorie si sono aggiunti legni più duri di alberi nostrani come il bosso, il frassino, il noce o esotici come l’ebano, il palissandro, il legno serpente.

 

Crescentia cuijete o calebassier – foto da Wikipedia