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Legni profumati

by in Piante, giardini, parchi
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cirmolo monumentale di Lerosa (BL)

 

In qualche casa o nei musei etnografici dei paesi e delle città alpine, si trovano ancora le stue, stanze di soggiorno interamente rivestite di legno di cirmolo, detto anche pino cembro, uno degli alberi dal legno più profumato, che mantiene il suo delizioso aroma per decenni. I cirmoli si arrampicano fin quasi sulla roccia, dove c’è ancora un po’ di terra, perché sono loro gli ultimi alberi della montagna, gli unici a condividere col pino mugo la resistenza al freddo dei duemilaquattrocento metri.

Nelle regioni più calde d’Italia e a quote più basse, invece, in passato gli armadi e le cassapanche dove si custodivano gli abiti erano fatti prevalentemente di cipresso il cui sentore, delizioso per noi, è particolarmente sgradito alle tarme. Il cipresso, quanto a frugalità non è da meno del cirmolo, perché sopporta la siccità e il vento, quanto lui il gelo.

Sulle montagne del Libano, del Marocco, dell’Himalaya erano i cedri ad avere il primato aromatico. Anche loro sono conifere, cioè alberi che portano i coni (detti pigne), ma si chiamano come l’agrume dal frutto giallo, perché il loro legno profuma come la sua buccia. Col legno di cedro del Libano erano state fatte le travi del tempio di Gerusalemme, ma se ne facevano anche le bare per i personaggi illustri.

L’americano calocedro è detto albero dell’incenso perché bruciandolo, l’olfatto ne è inebriato come se fossero le gocce di resina d’incenso ad ardere. Ha le fronde simili a quelle del nostro cipresso.

 

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calocedro monumentale della villa medicea di Poggio a Caiano (PO)

 

Dall’Asia Minore viene la liquidambar dal legno dolcemente profumato, che i cinesi usano per farne scatole da tè. Dato che questo albero ha foglie a forma di stella, che in autunno prendono colori vivacissimi, è facile da riconoscere. E’ piacevole stropicciandone quelle cadute per annusarle.

In Paesi tropicali come lo Sri Lanka è la cannella ad avere un aroma seducente. Nella stagione delle piogge se ne tagliano i rami per spogliarli della corteccia che viene arrotolata e venduta per aromatizzare cibi e bevande.

Fra gli alberi, esseri viventi autonomi e prodighi di benefici, ce n’è uno parassita: il sandalo. È un alberello sempreverde orientale, che si nutre della linfa rubata alle radici dei vicini, su terreni secchi e rocciosi. In compenso, il suo legno è pregiato e deliziosamente profumato per il nostro gusto, ma repellente per gli insetti. È il motivo per cui, quando verso i cinquant’anni raggiunge il suo massimo aroma, viene tagliato e lasciato a terra fino a che le termiti non si mangiano la corteccia, lasciando intatta il legno aromatico. Lo si usa tanto per costruzioni pregiate, quanto per bruciarlo nei templi o nelle case raffinate, dove spande il suo sentore. L’olio essenziale cura vari disturbi, tra cui quelli della pelle.

 Sul tema dei profumi potete leggere l’articolo Messaggi odorosi e Odori: il messaggio più immediato, antico e universale

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