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Museo della seta di Como

by in Musei della natura e dell'uomo

aspi di varie forme su cui si avvolge il filo per farne matasse

 

L’albero di gelso e la falena Bombyx mori, che depone le uova fra le sue foglie, sono da secoli i protagonisti naturali all’origine di un’attività umana fra le più diffuse e conosciute: la lavorazione della seta. Nel museo di Como che la fa conoscere in tutti i suoi passi, le attrezzature e le macchine sono la traccia luminosa dell’ingegno e dell’abilità di uomini e donne impegnati nel far arrivare a buon fine il percorso del filo che in ogni bozzolo è di circa un chilometro e mezzo. Nella bellezza degli oggetti indispensabili al lavoro si riconosce la sensibilità che ha guidato le mani degli artigiani, dopo essersi consolidata nella loro mente a forza di vedere il privilegiato paesaggio del lago e dei suoi dintorni. Gli aspi attorno a cui si avvolgeva il filo, i telai che lo disponevano nell’ordine e nella tensione giusta per diventare stoffa, le stufe per seccare le matasse e controllarne il peso, le vasche per la tintura, tutto ciò che veniva usato prima che l’evoluzione delle macchine allontanasse l’estetica tradizionale degli oggetti per fare spazio alla velocità di esecuzione, rende viva l’impronta umana. Lo conferma una sala dedicata agli affari, con le pareti costellate da ritratti maschili dei grandi clienti di una tintoria, dipinti dalla stessa mano ad acquerello.

 

stufe per seccare il filato

 

Poi ci sono gli stampi che si incidevano dapprima in legno e poi in metallo, con fine lavoro di cesello, come di oreficeria, per imprimere sulle pezze di seta i motivi ideati dai pittori. Nell’ultima sala sono esposti gli abiti femminili che vengono cambiati ad ogni stagione, per mostrare quanto il tessuto di seta, che mantiene il calore del corpo e tiene a bada il freddo quanto il caldo esterno, sia adatto ad ogni momento dell’anno. Motivi floreali o tinta unita, consistenza sostenuta dello shantung o fluida del crespo, trovano il posto giusto nei modelli alla moda.

 

fili che si intrecciano sul telaio

 

C’è anche un percorso dedicato alle mostre temporanee su chi ha contribuito alla fama della seta, che dagli anni cinquanta del novecento ha gradualmente cessato di essere prodotta in Italia per tornare alla Cina, come avveniva fino a mille anni fa, quando il segreto della sua origine era stato scoperto e trafugato.

 

Molto interessanti sono anche Il Museo della seta di Abbadia Lariana (LC) e di Garlate (LC), il Museo Etnografico di Galbiate (LC), il Museo che riguarda la vendita delle uova del baco da seta a Soncino (BG), il Museo degli insetti di Padova

Un mio articolo sulla storia della seta si potrà leggere sul numero di Maggio 2019 di NUOVA ECOLOGIA cartaceo e su quello in rete.